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Benussi-Mediagol: “Palermo esperienza più bella della mia carriera. Finale di Coppa Italia top, la retrocessione con Gasperini, Abel e Ilicic…”

PALERMO, ITALY - DECEMBER 10:  Francesco Benussi (L) goalkeeper of Palermo speacks with team-mate Fabrizio Miccoli after losing the Serie A match between US Citta di Palermo and AC Cesena at Stadio Renzo Barbera on December 10, 2011 in Palermo, Italy.  (Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images)

L'intervista esclusiva concessa dall'ex portiere di Palermo e Venezia, Francesco Benussi, alla redazione di Mediagol.it

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"Nel calcio tutto può succedere". Questa è la frase che tutti gli appassionati dello sport più popolare del mondo hanno imparato a fare propria. Lezione talvolta amare che anche Francesco Benussi ha imparato nella stagione 2010-2011, dopo che ha esordito con la maglia del Palermo in EuropaLeague, respingendo un tiro dagli undici metri a Vágner Love del CSKA Mosca. Annata in cui l'ex portiere rosanero ha vissuto, seppur dalla panchina, la finale di Coppa Italia, allo Stadio Olimpico di Roma, tra il Palermo di Delio Rossi e l'Inter reduce dalla conquista del Triplete. Quella finale rimane tutt'oggi il punto apicale dell'era Zamparini, croce e delizia dei quasi sedici anni dell'imprenditore friulano in qualità di patron del club rosanero.

Francesco Benussi ripercorre dinamiche ed emozioni di quella indimenticabile cavalcata nel corso di un'intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it.

"Stagione 201o/11? Quella stagione in realtà  è stata la meno buona nel complesso, a parte ovviamente quella successiva a causa delle note vicissitudini che ci hanno fatto retrocedere. Una stagione tra le migliori è stata quella precedente, 2009-2010, quando sfiorammo l'accesso alla Champions League. La finale di Coppa Italia per chi l'ha vissuta è stata un esperienza che ci rimarrà per sempre dentro, anche per me che non ho partecipato dal campo. Eravamo una squadra veramente importante, basti pensare che c'era Liverani, Miccoli era in panchina e tanti altri campioni, per me è stato un onore condividere con loro quegli anni, anzi sono state le esperienze più belle della mia carriera. Quando parlo con gli amici e racconto qualche aneddoto penso che in quel periodo c'era Sorrentino in porta che era il portiere italiano col miglior rendimento, c'era Gasperini che adesso è il migliore allenatore in Italia. Davanti c'era anche Ilicic e siamo riusciti comunque a retrocedere, la nostra è stata un impresa al contrario e questo ci dimostra quanto il calcio sia particolare e difficile. Ogni stagione ha una storia a sé, il Palermo attuale è sulla buona strada ma deve fare attenzione per gli ultimi due mesi di campionato senza trascurare nulla. Credo che società e staff siano pienamente a conoscenza di questo. Abel Hernandez? In quegli anni lì, per me  il talento di Abel era forte in prospettiva quanto quello di Cavani, Pastore, Ilicic e Dybala. In allenamento aveva tutto, era un attaccante che andava in profondità, in grado anche di coprire e difendere la palla, era tecnico e veloce, lo vedevo come un attaccante moderno di grande prospettiva. L'uruguaiano ha fatto comunque una buona carriera perché in Inghilterra si è ritagliato il suo spazio, ma pensavo potesse diventare un fuoriclasse di alto livello".

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