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Bari, De Laurentis: “Questo club è la mia Ferrari, siamo un gruppo unito. Nuovo San Nicola? Ecco le novità”

Le dichiarazioni rilasciate dal patron del Bari, Luigi De Laurentis: "Abbiamo lavorato giorno e notte per ricostruire questa bellissima piazza del calcio italiano"

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"Mi è mancato il Bari calcio. Qui siamo un gruppo molto unito, ci frequentiamo molto e stiamo tanto insieme".

Parole al miele quelle rilasciate ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com da Luigi De Laurentis, unico amministratore di un Bari che punta ancora forte il ritorno in Serie B. I pugliesi, al momento dell'interruzione forzata di tutti i tornei, si trovavano al secondo posto del girone C di Lega Pro, oltremodo vogliosi di ritrovare il campionato cadetto che manca dall'estate del 2018.

 “Ci siamo sempre difesi con il coltello tra i denti ed è ovvio che nel momento in cui i nostri interessi sono lesi, ci facciamo valere. Abbiamo lavorato giorno e notte per ricostruire questa bellissima piazza del calcio italiano. Il primo straniero che passa e prova a mettere i bastoni tra le ruote, deve vedersela con me. Nasco in una famiglia che mi ha insegnato a lottare, soprattutto quando una cosa è tua. Il calcio mi è mancato molto e attualmente cerco di comprendere, carpire, metabolizzare e valutare quali possono essere i prossimi step”.

Alla passione per il calcio il patron dei galletti associa quella per l'automobilismo: “Oltre al calcio come gruppo imprenditoriale abbiamo i cinema, i parchi a tema, i film, siamo nel food - ha ricordato De Laurentis - tutti comparti colpiti da questi mesi particolari. Durante il lockdown il primo pensiero è stato cercare di mantenere a galla il tutto. Definisco i calciatori dei piloti perché amo l'automobilismo. Il Bari è la nostra Ferrari, è diventato un pensiero fisso. Mi sono sposato con il territorio ed è stato un bellissimo matrimonio. Ho conosciuto una parte del Paese meravigliosa. Io apprezzato? Dicono davvero così? (sorride, ndr). Mi fa piacere che il tifoso e i nostri fan abbiano recepito che la società ha un linguaggio preciso e definito. Finora il mio impegno e quello del Bari verso i propri tifosi e la società sono stati improntati alla serietà e alla credibilità".

Altri due punti chiave del nuovo progetto Bari sono il tecnico VincenzoVivarini  e lo stadio San Nicola, senza però dimenticare il centro sportivo: “Quando si vive una squadra, esiste un giornaliero. Quest'anno sono venuto continuamente a vivere le partite e gli allenamenti: si passa tanto tempo a parlare con l'allenatore e in questi mesi ci siamo molto trovati dal punto di vista dell'impegno. Abbiamo trovato un'ottima intesa, lui è un uomo discreto nel suo quotidiano poi ha un carattere molto forte quando deve guidare una nave. Lo trovo autorevole e sereno al tempo stesso. Si è fatto voler bene dal gruppo.

"Stadio? Insieme al sindaco Decaro e all'assessore allo sport Petruzzelli avevamo visto le opzioni a disposizione e quella rossa e bianca è stata la più bella - ha continuato il numero uno dei pugliesi -. Abbiamo un campo stupendo, come primo step non è poca cosa. L'anno prossimo cercheremo di puntare alla creazione di sky box. Man mano andremo a lavorare su tutte le aree per rendere l'esperienza allo stadio sempre più speciale. Per il centro sportivo stiamo valutando delle opzioni per dare una vita a bordo migliore a tutti i calciatori. L'antistadio oggi serve a non rovinare il campo di gioco, poi abbiamo problemi di privacy”.

Una promessa ai tifosi: “In assoluto il Bari non si sente di appartenere a questa categoria, dalle assemblee che ci sono state ho ricevuto segnali che confermano l'incapacità della Serie C di stare in piedi dal punto di vista economico. 52 club su 59 hanno votato per lo stop del campionato, così non si può andare avanti e devono capirlo tutti. Per quello sposo in pieno l'occasione di lavorare su una riforma o in alternativa di arrivare in fondo sul campo. Il momento più emozionante è stato la vittoria del campionato di D. Per me era la prima volta che vincevo un campionato di calcio, c'erano 20mila tifosi al San Nicola per la partita contro il Rotonda. Le gambe mi tremavano, non è roba di tutti i giorni. Dove voglio trovarmi tra altri 22 mesi? A Bari e mi auguro di aver sentito tremare almeno un'altra volta le gambe, per un traguardo simile”.

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