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AIC, Tommasi alza la voce: “No alla vecchia logica, così pagano solo i calciatori”

Le parole del presidente dell'AIC, Damiano Tommasi, ai microfoni dell’Ansa

Mediagol93

"C'è una situazione eccezionale, per il coronavirus, e si pensa di risolverla con le solite logiche: provo a scaricare sull'altro il problema, se possibile anche a fregarlo. È questo che mi preoccupa, e direi non solo nel calcio".

Sono le parole del presidente dell'Associazione calciatori, Daniele Tommasi, tornato a chiarire i motivi che si celerebbero dietro il netto "no" del sindacato alle nuove delibere per l'iscrizione ai campionati che già nella giornata di ieri hanno sollevato un vespaio di polemiche. Delibere che, in vista della ripresa dei campionato, permetterebbero ai club di pagare uno stipendio su 5 mesi.

"Il calcio - continua Tommasi - chiede soldi al Governo lamentando buchi, esige il saldo dalle tv perchè si gioca, non paga i calciatori quando sono il lock down e poi dice che si va in campo con la possibilità di pagare un solo mese di stipendio su 5: vi pare una logica di sistema? Vi pare che facciamo tutti parte dello stesso business? O che siamo tutti sulla stessa barca?. Però l'opinione comune è che il calciatore in fondo non si può lamentare» «C'è chi in questi giorni - prosegue l'ex centrocampista della Roma e della nazionale - sta davvero in difficoltà, e la gente pensa ai grandi ingaggi: ma il problema è della maggioranza che vive di calcio, non della parte, minoritaria, che si arricchisce. Nelle serie minori ci sono giocatori convocati fuori sede, si devono pagare l'affitto ma hanno certezza di un solo stipendio, magari al minimo: non mi stupirei se non andassero, ragionando al fatto che i primi soldi guadagnati sono quelli risparmiati... Il calciatore - la conclusione . è colui che rischia in prima persona, andando in campo, e si scarica su di lui tutto il peso di questa crisi. Se vogliono questo, non dicano poi che salvano il calcio".