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BELLUNO, ITALY - JULY 25: Maurizio Zamparini answers questions during a press conference at the US Citta' di Palermo training camp on July 25, 2018 in Belluno, Italy. (Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images)
"Dal pullman di Longarone agli sconosciuti diventati campioni. Il mercato del Palermo, con Zamparini, ha avuto tante facce. Di certo, non è mai stato banale. Dopo aver portato mezzo Venezia con sé in Sicilia, decise di puntare su un colpo ad effetto". Così l'edizione odierna del Giornale di Sicilia, che concentra tutte le sue attenzioni sulla scomparsa di Maurizio Zamparini, all'età di 80 anni.
Un gigante del calcio italiano e palermitano, che ha saputo regalare gioie infinite e campioni intramontabili alla tifoseria rosanero. Dopo la presidenza del Venezia, a Palermo le luci più brillanti della sua carriera da patron, con un fiuto per i talenti fuori dal comune e il raggiungimento di vette altissime in Serie A e in Europa. Da Kjaer a Dybala, da Ilicic a Pastore, passando per Belotti, Vazquez e Cavani.
"L’idea di prendere giocatori affermati o peggio ancora in declino non ha mai fatto parte della sua forma mentis. Se arrivava qualcuno un po’ più in là con l’età, doveva dare garanzie". Prosegue così il GdS, che ricorda di seguito anche il capitolo Miccoli, uno dei più importanti dell'intera storia calcistica rosanero recente.
E poi gli esoneri, una fama fin troppo affermata per Zamparini. "Sedici anni di presidenza, trentadue allenatori e 49 cambi in panchina. Sono i numeri che sono valsi l’etichetta di «mangia allenatori» a Maurizio Zamparini. Una media da record di tre cambi a stagione, cifra che si impenna se si considerano soltanto le ultime stagioni in rosanero dell’imprenditore friulano", si legge sul quotidiano. Un via vai senza fine, con allenatori che non riuscirono nemmeno a esordire in campionato come Pioli, o che furono chiamati a più riprese, vedi Guidolin.
I guai con i procuratori, la Serie A conquistata nel 2004, la qualificazione in Coppa Uefa e la finale di Coppa Italia persa contro l'Inter. Il culmine di un'epopea con un finale inglorioso, il declino che ha poi portato il club ad un turbinio di problemi economici e falsi acquirenti, con il definitivo fallimento e il sipario che cala sulla gestione Zamparini. "L’inizio della fine di un Impero, quella partita all’Olimpico di Roma con l’Inter. Da lì partì lo smantellamento, da lì si tornò ad assaporare l’amarezza della retrocessione e, dopo un immediato ritorno in A", chiude il GdS.
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