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Accardi: “Che emozione indossare la fascia da capitano. In estate prima di scegliere ho atteso il Palermo, la vecchia società…”

"Purtroppo siamo stati presi tutti in giro: noi, la città, i tifosi, i dipendenti. Alla fine i calciatori sono privilegiati, ma mi fa tanto male pensare a chi ha perso il lavoro"

Mediagol92

"È una sensazione unica già solamente indossare la maglia rosanero figurarsi portare la fascia. È stato emozionante. Mi piace dare l'esempio e trascinare il gruppo. E quando i giovani mi vengono a chiedere consigli mi riempie d'orgoglio".

Inizia così la lunga intervista rilasciata dal difensore rosanero, Andrea Accardi, ai microfoni de La Repubblica. Il jolly palermitano ha parlato anche del vecchio Palermo, squadra di cui lui adesso è l'unico superstite nella società di Dario Mirri e Tony Di Piazza: "Ne parlavo con mio padre l'altro giorno: ho seguito il cuore. Sto vivendo sensazioni strane, fino a quando ci allenavamo a Carini era tutto nuovo. Ora che siamo tornati a Boccadifalco rivedo posti che avevo vissuto con i miei vecchi compagni: ci sono sensazioni che si mescolano con i ricordi del passato".

Per Accardi la vecchia società è stata determinante per avviare la sua carriere e crescere professionalmente: "Mi ha fatto crescere, ho conosciuto un gruppo fortissimo che ha raccolto meno di quello che meritava e persone meravigliose come La Gumina e Fiordilino, ma anche Bellusci con il quale ci sentiamo quasi ogni giorno. Mi resta il rapporto con i magazzinieri e i fisioterapisti, alcuni dei quali non sono più in squadra. Ma tutti sono nel mio cuore. Non mi aspettavo che il vecchio Palermo finisse così. Speravo che qualcuno ci salvasse. Purtroppo siamo stati presi tutti in giro: noi, la città, i tifosi, i dipendenti. Alla fine i calciatori sono privilegiati, ma mi fa tanto male pensare a chi ha perso il lavoro".

Un estate davvero complicata per tutti: "Se ho temuto di restate senza lavoro? Ero deluso e temevo che il Palermo potesse non rinascere in mani serie come invece poi è accaduto. Rimanere senza lavoro no, perché in un modo o nell'altro qualcosa l'avrei trovata. I miei procuratori Claudio Vigorelli e Francesco Salerno mi avevano già detto che c'erano richieste da B e C, ma volevo aspettare il Palermo. Sono un malato tifoso del Palermo. Non potevo andare via".

Accardi ha avuto anche la possibilità di trasferirsi in Serie B, all'Empoli, dove il direttore sportivo è suo cugino Pietro Accardi: "Ci sentiamo, ci confrontiamo, mi ha dato consigli. A molti sembrava una scelta strana quella di restare a Palermo, lui mi ha detto che non era da tutti fare questa scelta. Con l'Empoli c'era stato qualcosa, ma nulla di particolarmente serio, perché ho dato priorità al Palermo".

Il difensore rosanero oltre ad essere uno dei calciatori più legato al club è un grandissimo tifoso del Palermo: "A fine partita ho visto vicino alle barriere di vetro un papà con suo figlio con un cartellone in cui mi chiedeva la maglia. Mi sono immedesimato con quello che provavo io da piccolo e gliel'ho data. Da bambino non era facile prendere le maglie, toccavano prima a quelli che andavano più spesso allo stadio, io ero piccolo e quando le tiravano non la beccavo mai".