Manca sempre meno a Italia-Spagna.
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Parolo: “Italia grande gruppo, Mancini un trascinatore. Spagna? E’ cambiata”
L’ormai ex centrocampista della Lazio a pochi giorni dalla semifinale di Italia-Spagna, in programma martedì prossimo
Dopo l'addio alla Lazio, Marco Parolo si gode l'estate in attesa di conoscere il suo futuro. Mentre aspetta un’offerta per continuare a giocare, il centrocampista ex biancoceleste, ha rilasciato un'intervista a "Sky Sport" in cui analizza il prossimo delicatissimo impegno dell'Italia: quello contro la Spagna di Luis Enrique in programma martedì prossimo a Wembley.
“La Spagna ha cambiato tanto, hanno perso qualche campione assoluto, ma ne hanno altri che hanno vinto e che stanno cercando di trasmettere ai giovani la mentalità vincente. Sarà una gara diversa, vogliono dimostrare di essere all'altezza del passato. Noi abbiamo l'adrenalina nel far vedere a tutti che siamo italiani. Tante volte diciamo che l'erba nel vicino è più buona, ma dimentichiamo che la nostra è quella che è stata coltivata meglio. Sono contento, orgoglioso di essere italiano quando vedo questo spirito, questo gruppo”.
Parolo si è poi soffermato sui singoli: "È molto bello veder giocare gli azzurri. Si è preso lo spunto dalle nazionali vincente, ma c'è sempre dentro il nostro dna. La capacità di difendersi quando serve, di essere compatti, non è una Nazionale che fa solo del palleggio la sua forza. Stiamo trovando il giusto mix e siamo pericolosi. È bello vederli giocare, è bello vederli insieme. Vengo trascinato da quest'atmosfera. Jorginho è incredibile. Voti non mi piace darli, ma posso dire che quand'ero nel Verona nel 2007, lui era nella giovanili e veniva ad allenarsi con noi. Parlando con gli altri dicevo 'questo non perde mai la palla'. Aveva già un grande controllo del gioco, della posizione. È cresciuto tantissimo, l'esperienza all'estero l'ha completato. È il faro del nostro centrocampo in fase di costruzione ma anche nella voce, si percepisce il modo in cui guida i compagni. Dà ordine, li richiama. Lui e Verratti sono veramente difficili da marcare. Barella è un motore inesauribile, ama giocare, farsi vedere, avere in mano il gioco, chiamare i compagni. Bonucci e Chiellini si conoscono a memoria e sanno guidare. Sono le fondamenta della Nazionale, e quando una casa ha fondamenta stabili il vento non la sposta. La loro intesa ed esultanza trascina. I compagni li cercano sempre. Loro hanno vinto più di tutti ed è giusto che trascinino gli altri. Mancini è il trascinatore, ha portato idea e mentalità. Lo seguiranno dappertutto come facevamo noi con Conte nel 2016. Lui fin dall'inizio ha detto che volevano arrivare a Wembley, ma la sua convinzione l'ha trasmessa a tutti".
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