Intervista ai microfoni di DAZN Heros per il tecnico del Napoli Rudi Garcia. Il nuovo allenatore della formazione partenopea ha fatto il punto della situazione in vista dell'inizio del prossimo campionato di Serie A, che nella scorsa stagione ha visto protagonisti gli azzurri con la vittoria dello scudetto.
le dichiarazioni
Napoli, Garcia: “Osimhen come CR7, Di Lorenzo trascinatore. Serve step maggiore”
"Ho vinto il campionato con il Lille dopo 52 anni, poi la Coppa di Francia. Anche lì non si vinceva da tempo. Devo dire che la passione a Napoli è oltre, anzi il calcio per i napoletani è una religione. Deve essere sempre così, mi piace. Dopo la doppietta potevo andarmene da Lille, ma sono rimasto perché so che quando vinci pensi di ottenere lo stesso risultato, invece fai un po' di meno. È umano. Voglio mantenere il livello dello scorso anno, anche se confermarsi è più difficile".
"Una delle qualità dei miei calciatori è che hanno lo spirito collettivo, poi sul gioco di prima sono molto bravi. Gli devo far aprire ancora di più l'orizzonte. Ho parlato di una squadra camaleontica, non vinci tutte le partite di una stagione. Quando arrivi in un ambiente vincente, la cosa che ti aspetti è che quando provi a migliorare qualcosa si fanno dei riferimenti alla scorsa annata. Dobbiamo fare uno step maggiore e migliorare certe cose o portare delle novità, altrimenti rischi di annoiarti".
Sui singoli: "Raspadori può fare l'esterno e il trequartista, anche la punta. Osimhen un trascinatore pazzesco: vuole vincere e trascina la squadra. Un po’ come Cristiano Ronaldo: quando trionfa è contentissimo, chiama la squadra, vuole fare la foto-ricordo. Mi piace, fa parte dei migliori al mondo come centravanti ed è bello vedere che un giocatore che potrebbe giocare solo la fase offensiva difende come un matto, pressa, torna indietro, aiuta la squadra. È bellissimo, una delle qualità del gruppo è anche questo. Kvaratskhelia? Può migliorare ancora tanto. Con la palla tra i piedi, ha un genio nei piedi, quando dribbla è bello da vedere. Di Lorenzo? Devo stare attento a ciò che dico perché fanno i titoli. Lui è un uomo di grande qualità, pensa agli altri, è già un capitano per questo, poi è un leader, un esempio, e poi un gran bel giocatore. Io faccio sempre così, mi do un periodo del ritiro per dire chi sarà capitano della mia squadra, perché lo scelgo io, dopo colloqui e dopo averlo visto col gruppo, ma non ho avuto nessun dubbio sul fatto che il mio capitano sarà lui. Può essere solo lui, ci sono altri leader e poi c'è anche scaramanzia intorno a me. Novità devo portarle, ma alcune volte dovrò anche adattarmi non alla scaramanzia, ma io credo alle onde positive".
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