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Malagò: “Razzismo negli stadi? Il Napoli e Ancelotti non possono farsi le regole…”

Malagò: “Razzismo negli stadi? Il Napoli e Ancelotti non possono farsi le regole…”

Le dichiarazioni rilasciate dal numero uno del Coni in merito agli episodi di razzismo negli stadi e alle parole del tecnico del Napoli

Mediagol7

Parola a Giovanni Malagò.

Il presidente del Coni, intervenuto ai microfoni di 'Radio Capital', è tornato a parlare degli episodi di razzismo che si sono verificati negli stadi. D'altra parte, continuano a tenere banco i fatti di Inter-Napoli ed il caso Koulibaly, vittima di buu razzisti da parte della tifoseria nerazzurra in occasione della sfida andata in scena lo scorso 26 dicembre allo Stadio "Giuseppe Meazza".

"Cinque anni fa, durante una riunione al Viminale con il capo della polizia Manganelli e la ministra Cancellieri, con una situazione più o meno analoga, sostenni la tesi che serviva una cura diversa dai provvedimenti del passato, visto che Daspo e tessera del tifoso non sono bastati. Cosa bisogna fare? Cito sempre quello che hanno fatto gli inglesi: hanno fatto delle leggi speciali, processi per direttissima, sono stati duri sul profilo della pena, dopodiché la partita si è chiusa. Chiaro che per tutto questo c'è stata una congiuntura favorevole, perché si è andati in parallelo con la costruzione di nuovi impianti. Salvini? Gli ho sentito dire che ognuno deve fare il proprio mestiere, e io mi devo occupare di sport. Non c'è dubbio che chi fa il ministro degli interni ha oneri e onori di prendersi la responsabilità di come gestire queste cose. Se ritiene che questa sia la cosa migliore...", sono state le sue parole.

NAPOLI - "Ancelotti ha detto che il Napoli si fermerà se dovessero esserci nuovi cori razzisti? Darei ragione al 100% al Napoli e ad Ancelotti, ma non si possono fare le regole loro. Se le regole se le fa una squadra o un allenatore, è finita. Non si può fare. La società non deve avere nessun tipo di connivenza, complicità o tolleranza nei confronti di queste persone. E se si scoprisse che questo avviene, le sanzioni devono essere altrettanto, se non più pesanti, di quelle per i tesserati. Questo è il contrappeso della legge che andrebbe fatta nei confronti del cittadino pseudotifoso o quello che sia e la società. Tenete presente che tutto questo va inserito in un contesto che rappresenta, a torto o a ragione, un caposaldo della giustizia sportiva, cioè la responsabilità oggettiva. All'atto pratico: di chi è la colpa? Se la colpa è di una singola persona che fa una cosa da matto, si può dire che la società non c'entra; se lo fa tutta la curva è più difficile sostenere che la società non abbia responsabilità oggettiva", ha concluso Malagò.