Il centrocampista Jorge Luiz Frello Filho, in arte Jorginho, ha ripercorso, in una lunga intervista concessa al quotidiano la Repubblica, la sua carriera nel mondo del calcio a partire dal Brasile, terra da cui è originario, fino all’arrivo in Italia.
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Jorginho: “Nessuna pressione e niente illusioni. Scudetto? I conti si fanno a maggio, ma la favorita è…”
Il centrocampista del Napoli Jorginho ripercorre in un’intervista i trascorsi che dal Brasile lo hanno portato in Italia e commenta il momento positivo che sta vivendo nella squadra di Maurizio Sarri.
“Ho imparato a calciare sulla spiaggia, ascoltando il respiro delle balene e dell’oceano. Mi è servito pure un mental coach, lasciai casa che ero un bambino. Sembrava un gioco, anche se l’ho preso sempre sul serio. Mia madre mi accompagnava ad allenarmi in spiaggia, vicino casa nostra. Playa Imbituba è un luogo magico, specie per un bimbo. Ero un dormiglione: mi svegliavano il pallone e i rumori dell’oceano. Avevo 15 anni quando sono andato via dal Brasile e ho iniziato la mia trafila nelle giovanili del Verona. Torno a casa appena posso. Respirare quell’aria mi dà tanta carica ed energia positiva. Ho iniziato a sentirmi italiano con la cittadinanza. Ma lo sono stato da sempre. Amavo l’Italia, avevo voglia di scoprirla. I miei bisnonni erano del Veneto, qui ho ritrovato anche le mie radici.”
Il giocatore classe 1991 ha ottenuto la cittadinanza italiana per discendenza nel 2012 ed ha scelto di vestire la maglia azzurra della Nazionale, rifiutando la convocazione del Brasile.
“Esordire con la maglia dell’Italia è stata una felicità enorme. Ho provato a prendere la parte buona anche di un’esperienza negativa. – Commenta a proposito del pareggio nella gara di ritorno dei playoff contro la Svezia, che ha segnato l’esclusione degli azzurri dal Mondiale 2018 – Ma ho ancora la pelle d’oca ripensando al momento in cui ho cantato l’inno di Mameli. Mi è passato davanti il film della mia vita: mia madre, le balene e i sacrifici fatti per arrivare a San Siro. Il mio nome nel tabellino di Italia-Svezia rimarrà per sempre una ferita, ma dentro di me so di aver dato tutto e potrò andare avanti a testa alta. Mi è dispiaciuto. Ma non spetta a me giudicare il momento del calcio italiano. Devo onorare la maglia azzurra e questo Paese, che ormai è parte di me.”
Jorginho è nella rosa del Napoli, a disposizione di Maurizio Sarri, da tre stagioni, durante le quali ha collezionato 114 presenze e 2 reti.
“Il suo calcio è perfetto per le mie caratteristiche. Finora questa è stata la migliore stagione della mia carriera. Continuo a crescere e ho più autostima. Sono felice di essermi meritato la fiducia di tutti. Sono il giocatore del Napoli che tocca più palloni durante la partita e fuori dal campo abbiamo un rapporto splendido. Nelle ultime due stagioni il nostro è diventato un gruppo granitico, nessuno escluso. Il leader del Napoli è Reina. Mertens, Insigne, Hamsik e Koulibaly sono i più forti, ma non dico l’ordine. Io sono il più simpatico. Ma anche Albiol non è male.”
Napoli che, in testa alla classifica, domani potrebbe aggiudicarsi il titolo di Campione d’Inverno.
“Non ci stiamo mettendo pressione. Ci siamo lasciati alle spalle l’amarezza per la Champions, memorizzando però gli errori che abbiamo commesso e ci sono costati l’eliminazione. Gli eventi negativi vanno cancellati subito, voltando pagina. I 96 punti nel 2017 sono il risultato del lavoro fantastico che stiamo facendo e ci indicano la strada su cui dobbiamo proseguire, senza mai smettere di crescere. Il titolo di campioni d’inverno sarebbe solo un premio parziale per il nostro lavoro. I conti si fanno a maggio e la strada è ancora lunga. Non basta essere primi a metà strada e non siamo così ingenui da farci delle illusioni. La Juve resta la favorita per lo scudetto: ha vinto sei campionati di fila e ha un gruppo super. Non dobbiamo pensare a loro, ma al Crotone: un avversario combattivo e un campo caldo. Il Napoli dovrà fare le cose al meglio, con organizzazione e personalità. A quella cosa di maggio non pensiamo, dobbiamo concentrarci su una gara per volta, a partire dal Crotone. Vinciamole tutte e il resto verrà da sé.”
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