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Monza, Boateng: “Nessun bianco ci aiuta nella lotta al razzismo. I giovani pensano alle Mercedes…”

Le dichiarazioni rilasciate dal calciatore di proprietà del Monza

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"Quei fatti mi provocarono una ferita dolorosa".

Parola di Kevin Prince Boateng. A distanza di otto anni dal pallone calciato in tribuna per i "buuu" di Busto Arsizio, il centrocampista offensivo di proprietà del Monza è tornato a parlare di razzismo ai microfoni del 'Corriere della Sera'. "Avevo fatto tanti sacrifici per giocare in una delle squadre più forti del mondo. Pensavo di essermi messo alle spalle le giornate buie vissute da bambino. Basta, non potevo più accettare comportamenti del genere", sono state le sue parole.

Di recente, un altro bruttissimo episodio di razzismo ha macchiato anche una serata di Champions League. Lo scorso 8 dicembre la gara tra Paris Saint-Germain e Istanbul Basaksehir è stata sospesa a causa di un presunto insulto razzista rivolto a Pierre Webo da parte del quarto uomo, il rumeno Sebastian Coltescu. "Il clima non cambia? Forse è anche peggiorato. Guardiamo a cosa succede nel mondo, all'uccisione di George Floyd. Ammazzano la gente davanti alle telecamere, anche per futili motivi. Nessun bianco mi ha mai detto di volermi sostenere in questa battaglia. Qualcuno si astiene per paura, altri perché ritengono sia più vantaggioso non esporsi in una vicenda che non li riguarda. Comandano i bianchi: se alzassero la voce loro, saremmo più ascoltati".

CALCIO MODERNO - "Quando ero al Tottenham dovevo pulire le scarpe ai vecchi dello spogliatoio. Oggi i giovani mica lo fanno, pensano alle Mercedes e alla playstation. La prima volta in cui ho mangiato il sushi avevo 23 anni ed ero arrivato al Milan, ero uno di strada abituato al kebab. Il giorno in cui non proverò più passione per questo mestiere smetterò, non voglio rubare il posto a chi ancora lo sogna. Il Monza? La mia carriera è costellata di decisioni scioccanti. Fino a un anno e mezzo fa ero al Barcellona e ora sono in B. Potevo andare in America, ma preferisco essere felice. C'è più pressione qui che in molte squadre di A", ha concluso Boateng.

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