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Milan, Pioli “Nel ’98 rischiai di morire in campo! Kjaer? Uomo dai grandi valori”
Le parole di Stefano Pioli nel corso dell'odierna intervista nel corso della quale ha toccato diversi temi importanti
Il tecnico rossonero, Stefano Pioli, attraverso le colonne dell'edizione odierna de "Il Fatto Quotidiano", ha rilasciando una lunga intervista nel corso della quale ha toccato diversi temi importanti e delicati. Tra gli argomenti spiccano gli obiettivi del Milan, l'importanza del gruppo fino al tragico malore di Eriksen in Danimarca-Finlandia.
OBIETTIVI DEL MILAN- "Siamo il Milan e non ci dobbiamo porre limiti. Sarà difficilissimo perché sette squadre lottano per quattro posti. Ma dli ostacoli sono troppo alti per chi non ha ambizioni abbastanza forti".
L'IMPORTANZA DEL GRUPPO-"Stranamente la scintilla tra di noi è nata nelle riunioni su Zoom durante il primo lockdown. Ci siamo dati il tempo di conoscerci, abbiamo parlato delle nostre vite. Non solo di calcio. Ed è nato il gruppo. Amici? No. Non siamo amici: siamo appartenenti a un’idea di valori comune. Sento che c’è empatia, forse addirittura un po’ di magia tra noi".
KJAER-ERIKSEN- "Conoscevo già il valore di Simon. È un uomo di intelligenza e sensibilità rare, e ha usato quelle qualità per salvare un amico. È stato lucido e "preciso" anche in un frangente così drammatico".
MALORE DI PIOLI NEL 1998- "Ebbi un arresto cardiaco dopo uno scontro di gioco. Non mi ricordo niente e quelle immagini ho avuto il coraggio di rivederle solo molti mesi dopo".
IBRAHIMOVIC- "Mi ha aiutato tanto. Ibra è un esempio in tutto quello che fa. Non ci sta a sbagliare neanche un passaggio nel torello. Pretende il massimo da se stesso e dagli altri. Zlatan e Kjaer hanno cambiato la squadra non solo in sento tecnico, ma anche e soprattutto in senso morale".
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