Krzysztof Piątek racconta i primi giorni da giocatore del Milan.
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Milan, Piatek: “San Siro un’emozione incredibile, la pressione l’ho scelta io”. E sull’esultanza…
Krzysztof Piatek si racconta a pochi giorni dall’arrivo al Milan
L’attaccante polacco, trasferitosi alla corte di Rino Gattuso in questa sessione di mercato invernale dal Genoa a fronte di 35 milioni di euro, ha parlato, in un’intervista a ‘Foot Truck’, del suo arrivo al club rossonero e dei suoi obiettivi: “Ho fatto dei gol in Serie A, la pressione l’ho scelta io stesso. Mi devo abituare, ma di sicuro non cambierò. Cerco di essere sempre la stessa persona e di lavorare come prima. Il trasferimento al Milan è stato un passo avanti nella mia carriera. Sono rimasto impressionato dopo l’arrivo a Milanello. Il debutto col Napoli? Ero così concentrato che non sentivo le urla dei fan. Solo prima della partita, quando ero ancora nel tunnel e lo speaker recitava i cognomi. Quando so di giocare dal primo minuto, non esco sul campo prima del riscaldamento. Sono i miei rituali. Però se sono in panchina, sono più rilassato e vado a vedere la tribuna. Avevo le cuffie e tutti i giocatori di riserva si sono seduti in panchina, sono entrato da solo in campo. Sento l’applauso, tolgo le cuffie e tutti: wooow! Ho applaudito anch’io e l’atmosfera è cresciuta. Un’emozione incredibile, i tifosi del Milan hanno salutato così un nuovo giocatore, che non ha ancora fatto niente per il club. Seedorf mi ha chiesto di fare una foto. È fantastico che gente del genere mi riconosca, vuole parlare con me. Come Shevchenko nello spogliatoio prima della partita col Napoli. Dopo la firma del contratto ho avuto un messaggio da Alvaro Morata: ha scritto che mi osserva, che mi augura buona fortuna. Anche questo è fantastico. Dopo il primo allenamento in Italia mi sono detto: se faccio 12 gol in questa stagione, sarò contento. Ma l’appetito vien mangiando. Devo lavorare duro ogni giorno, in ogni allenamento, e alla fine ci saranno i risultati. Non importa se gioco a San Siro o per il Cracovia o per la Nazionale polacca. Se lavoro anche sui calci di punizione? Mi fermo dopo gli allenamenti perché la punta centrale deve fare gol da ogni posizione. Ho migliorato i parametri fisici, anche la resistenza e la velocità. Ultimamente ho corretto il tiro. Ora ho una ripetizione migliore. Dopo gli allenamenti esercito la posizione del piede. Se guardiamo i miei ultimi gol in Serie A sono tutti molto simili”.
Infine, a proposito della sua esultanza da pistolero: “In Polonia non c’era? Non era preparato. Giuro che dopo aver fatto il secondo gol ho fatto il gesto ed è rimasto così. Dopo è diventato un mio talismano, la serie dei gol è stata fantastica. La gente in Italia è impazzita”.
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