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Milan, Mirabelli: “Situazione Boban? Vi dico la mia. Ho un rimpianto in rossonero”. E su Ibrahimovic e Maldini…

L'ex direttore sportivo del Milan, Massimiliano Mirabelli, si è espresso sulla delicata situazione in casa rossonera

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Parola a Massimiliano Mirabelli.

Il calcio italiano, in questo momento, sta vivendo un periodo di caos. A causa dell'emergenza Coronavirus, la FIGC di concerto con gli organi governativi preposti ha disposto il rinvio di molte partite, o in alternativa la disputa di alcuni match a porte chiuse. Il Derby D'Italia, Milan-Genoa e Udinese-Fiorentina, queste, alcune tra le partite posticipate a data da destinarsi. L'ex direttore sportivo del Milan, nel corso di una lunga intervista concessa ai microfoni di TuttoMercatoWeb, si è soffermato sulla spinosa questiona analizzando altresì il momento vissuto dal club rossonero.

TANTE POLEMICHE - “Bisogna fare dei passi in avanti per tornare alla normalità. Non c’è da scandalizzarsi se qualche partita si gioca a porte chiuse e altre a porte aperte. Si faranno dei passi avanti e magari uno indietro. Siamo tutti italiani, serve unità e non pensare al proprio orticello”.

MILAN CACCIA BOBAN - “Queste sono cose che non fanno bene. Nel calcio ci vogliono pazienza e progettualità. Ci sono passato pure io, avevamo iniziato un lavoro ed eravamo alle fondamenta. È stato deciso di cambiare tutto e mi sembra che questo cambiamento al Milan avvenga troppo spesso. Così non va, sei sempre all’anno zero. Se vuoi partecipare al campionato va bene tutto, se vuoi pensare di poter ritornare a quello che era il blasone di un tempo devi cercare di programmare e dare tempo alle persone di lavorare. Ha dimostrato di avere le palle. La sua intervista mi è piaciuta, non ha avuto paura di niente e di nessuno. Non capisco invece altri che stanno zitti per difendere il proprio posto.  Boban è appena arrivato e bisognava dargli tempo. Non conosco nessuno che abbia la bacchetta magica. Ma sono il tempo e il lavoro a determinare i risultati. Quando date i voti ai calciatori che entrano in campo gli ultimi minuti scrivete ‘non giudicabile’, ecco Boban non si può giudicare”.

IL MIO RIMPIANTO - “Non ho avuto il tempo necessario. E in quel poco tempo, nonostante le cose mal riportate, credo che il lavoro sia stato positivo. Non dimentichiamoci il rinnovo di Donnarumma, se il Milan lo venderà sarà grazie a quanto abbiamo fatto nel mio periodo con il rinnovo del contratto. Quella squadra poi è andata in Europa League e ha sfiorato la Champions. Peccato, davvero”.

A TUTTO MALDINI - “Aveva detto che in due anni avrebbe riportato il Milan ai fasti di un tempo e questo non è accaduto. Hanno cambiato Gattuso per Giampaolo che poi è stato mandato via. Maldini paga il non aver fatto nulla da quando ha smesso di giocare a calcio, non è del mestiere ma non è una critica, semplicemente un dato di fatto. Ricordiamoci che non basta essere stato un grande campione, perché per fare il dirigente devi conoscere i calciatori e le dinamiche di questo lavoro. Poi puoi anche sbagliare. Ma a Maldini andrebbe chiesto: ‘cosa hai fatto per diventare un dirigente?’ È come se un medico diventasse tale senza aver fatto la prima elementare. Questi sono i fatti, qualcuno magari non li dice per timore reverenziale verso un grandissimo campione. Potremmo dire che non avendo fatto la gavetta da dirigente, Maldini è come se si fosse ritrovato a fare il medico in uno degli ospedali più importanti al mondo senza aver frequentato le scuole elementari. Ovviamente questo non è possibile. Sarebbe come se io all’improvviso mi inventassi primario al San Raffaele”.

RANGNICK E L'ITALIANO - “Studiare le lingue non basta. Il nostro calcio è particolare, diverso, molto conosciuto. In Italia abbiamo i migliori allenatori al mondo e i dirigenti e gli allenatori più bravi. Una scelta del genere vuol dire dover dare ulteriore tempo per far conoscere la realtà al nuovo arrivato. Evidentemente il Milan per scelta vuole continuare a lottare ogni tanto per l’Europa League e darsi del tempo prima di tornare grande come una volta. La proprietà comunque è di grande livello, con il giusto tempo e la giusta programmazione il Milan può fare grandi cose”

IL FUTURO DI IBRA - “È un campione straordinario. Può fare altri dieci gol da qui alla fine, ma il Milan deve andare oltre Ibrahimovic. Il lavoro e la programmazione non possono essere affidati ad un calciatore che si avvicina ai quarant’anni. Ibrahimovic ha dato qualcosa in più, il solo fatto che i suoi compagni attuali si spoglino nello stesso spogliatoio dove c’è un calciatore di cui avevano il poster in camera aiuta. Ma tutti abbiamo un tempo, anche a quarant’anni Ibrahimovic può fare la differenza. Ma il Milan deve pensare anche al futuro”.

DONNARUMMA - “Rinnovargli il contratto fu difficile, oggi sarà ancora più complicato lavorare al rinnovo. Oggi il Milan è costretto a rinnovare o a metterlo sul mercato, pensavo si tornasse a lavorare già da un po al nuovo contratto. Per il futuro, considerato il livello e l’età del calciatore, dico: occhio alla Juve”.

PRONTO PER RIENTRARE - “Non ho mai smesso di lavorare: mi tengo sempre aggiornato, vado a vedere tante partite in Italia e all’estero perché bisognare stare sempre sul pezzo. Amo vedere le partite dal vivo. Mi sono fermato soltanto adesso per via della situazione legata al Coronavirus perché siamo costretti a viaggiare meno. Aspetto un progetto che mi dia il tempo di esprimermi. Ho la fortuna di essere stato tra Inter e Milan, ho un bagaglio tale da poter affrontare una nuova sfida nel migliore dei modi”.

CHI VINCERA' LO SCUDETTO? -“Bella lotta, davvero. La Juventus, grazie al lavoro, negli anni ha costruito qualcosa di importante e quindi è la squadra più accreditata. L’Inter è un piccolo passo indietro perché sta lavorando da meno tempo. E poi c’è la Lazio, che a gennaio ha comprato... la spensieratezza: giocherà senza pressione e con il giusto stato d’animo, può fare uno scherzetto a Inter e Juve. Lotito e Tare insieme all’allenatore hanno fatto un grande lavoro. Da quando Simone Inzaghi è tornato indietro da Salerno per allenare la Lazio dopo l’improvviso ripensamento di Bielsa, la Lazio sta costruendo qualcosa di bello. Complimenti ai biancocelesti”, ha concluso così Massimiliano Mirabelli.