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Milan, l’ex Mastour: “Un errore trasferirmi ai rossoneri, vi spiego perché. Il clamore mediatico e Raiola…”

SOLBIATE ARNO, ITALY - JULY 14:  Hachim Mastour of AC Milan scores his goal during the preseason friendly match between AC Milan and Legnano on July 14, 2015 in Solbiate Arno, Italy.  (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

L'ex attaccante del Milan Hachim Mastour, attualmente svincolato, torna a parlare dell'avventura deludente con i rossoneri e delle esperienze successive

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Hachim Mastour torna a parlare.

L'attaccante di origini marocchine, qualche anno fa conteso da Milan Inter, è oggi sparito dai radar, tra insuccessi e infortuni. L'avventura con i rossoneri, iniziata quando aveva appena 16 anni e conclusasi dopo alcuni prestiti deludenti e nessuna presenza in gare ufficiali collezionata, non gli ha regalato il salto di qualità. Tanto che, ad oggi, il classe '98 è svincolato.

Intervenuto ai microfoni di 'TuttoMercatoWeb', Hachim Mastour ha ripercorso la sua breve carriera, a partire dall'ultima avventura in Grecia con la maglia del Lamia (soltanto 4 presenze): "Dopo le prime partite convincenti, purtroppo mi sono infortunato e ho deciso di curarmi in Italia, dove avevano riscontrato un problema più serio, rispetto a quello riscontrato in Grecia. Per questo, i medici italiani suggerivano una terapia più lunga, anche al fine di evitare ricadute. Purtroppo la mia scelta ha indispettito il club greco e con il mio precedente agente (Raiola, ndr) abbiamo preferito rimanere in Italia, dove alcune società si erano interessate a me".

Il Milan, seppur da dietro le quinte, è senza dubbio la squadra che maggiormente ha condizionato sul suo percorso: "Ha inciso molto il clamore mediatico con cui arrivai al Milan, che di conseguenza ha spinto società e intermediari a vedere in me, più una occasione di guadagno, che non un profilo sportivo da far crescere ed aspettare. Questo ha penalizzato la mia crescita sportiva, anche perché io volevo esclusivamente giocare. Del resto mi importava poco. Lo dimostra il fatto che mi sono sempre allenato e comportato con serietà, tanto al Malaga che allo Zwolle, esperienze che ritengo comunque importanti, anche perché fatte in età giovanissima. Io al Milan sono stato benissimo. E' stata una famiglia, per me. Ma forse, col senno di poi, a 14 anni avrei potuto scegliere un club europeo come l'Ajax, che era interessato a me, e che forse mi avrebbe tenuto più alla lontana dai riflettori italiani. Oppure, avrei potuto optare per una squadra meno storica, in un ambiente più a misura d'uomo, per crescere con calma. Ad esempio, all'ultimo anno di Milan, avrei voluto giocare con la Primavera, anziché essere aggregato con la prima squadra. Purtroppo, le grandi aspettative che c'erano hanno finito col limitare il mio minutaggio in campo, che era quello che più mi interessava. Nonostante ciò, non ho rimpianti. Il mio percorso ha contribuito a creare ciò che sono e tutte le esperienze mi hanno insegnato qualcosa. Fortunatamente sono ancora giovane e posso dimostrare il mio valore".

Adesso, dunque, testa al futuro: "Voglio ricominciare a giocare, a fare quello che più mi riesce. Ho un gruppo di persone che mi seguono e credono molto in me (B.F.P. sport, ndr) e sono convinto che presto tornerò ad essere un giocatore vero. Sono determinato a raggiungere questo obiettivo. Nei prossimi giorni sceglierò il progetto migliore per me. Ho cercato di dare preferenza ad ambienti che sappiano aspettarmi e farmi crescere lontano dai vecchi fasti perché, lo ribadisco, il mio desiderio è solo quello di allenarmi con serietà, per aiutare in campo la squadra che avrà avuto fiducia in me. Sto benissimo. Mi sto allenando quotidianamente e i dati che ho sono confortanti. Mi vedrete presto in campo".