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Milan, il ricordo di Savicevic: “Fui a un passo dalla Juventus, Berlusconi un perfezionista. Vi racconto il gol al Barcellona”

L'ex fantasista rossonero ha ricordato i suoi anni trascorsi in maglia del Milan ripercorrendo alcune tappe fondamentali della sua fantastica parabola

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Dejan Savicevic ripercorre le tappe della sua carriera, conclusasi nel lontano 2001.

Il fantasista montenegrino, da tutti conosciuto anche come 'Il Genio', con la maglia del Milan ha alzato ben nove trofei tra campionato, Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale. Savicevic vestì la maglia rossonera dal 1992 al 1998 quando poi scelse di andare via per chiudere in Austria con il Rapid Vienna. Un calciatore che i tifosi del 'Diavolo' ricordano molto bene grazie soprattutto al suo talento cristallino, di seguito alcune sue dichiarazioni nel corso di una diretta instagram con Carlo Pellegatti.

"Weah è arrivato e abbiamo vinto subito il campionato. Baggio era uno dei più grandi giocatori che l'Italia ha avuto. Nel Milan forse non ha fatto bene come nelle altre squadre, ma era un ragazzo meraviglioso. Lui ha avuto tanti problemi al ginocchio, mi ricordo che soffriva tanto in quel periodo. Numero 10? Ha sempre avuto grandi numeri 10 il Milan. Prima di me lo indossava Gullit, un altro grande protagonista della storia rossonera. Dopo di me, l'hanno indossata grandi giocatori come Boban, Rui Costa e Seedorf. Avevo offerte da Juve, Roma e Monaco, ma alla fine ho scelto il Milan. Direi che non ho sbagliato. Il Milan è arrivato un po' più tardi delle altre, ma poi non abbiamo faticato a trovare un accordo. È stata una grande fortuna arrivare al Milan in quel periodo, se fossi andato in un'altra squadra non avrei vinto così tanto. Capello? Non era facile per lui scegliere perchè eravamo tanti grandi giocatori. Il primo anno ho giocato solo dieci partite. In quel periodo però il Milan aveva grande forza economica, Berlusconi spendeva più di tutti e quindi capitava che qualcuno doveva andare in panchina o in tribuna. In quel periodo eravamo la squadra più forte del mondo. Avevamo un grande portiere come Rossi, uno dei migliori della storia del calcio italiano, avevamo un super difesa e poi davanti c'erano tanti grandi giocatori. Era difficile batterci. Gol al Barcellona nel 1994? Il Barcellona era favorito, noi eravamo senza Baresi e Costacurta. Capello ha dovuto ricostruire la squadra e sistemare la difesa. In quell'occasione ho visto Zubizarreta fuori dai pali e così gli ho fatto il pallonetto. Era la mia serata quella, mi usciva tutto in quella partita, ero in grande giornata e quando era così mi usciva tutto".