Patrick Cutrone si racconta a trecentosessanta gradi.
serie a
Milan, Cutrone: “Vivo per il pallone, non mi accontento mai. Ecco a chi mi ispiro…”
L'attaccante del Milan Patrick Cutrone racconta della sua esperienza al Milan di Rino Gattuso
L'attaccante del Milan, in un'intervista concessa alla 'Repubblica', ha parlato degli inizi al club rossonero e del suo ruolo ad oggi alla corte di Rino Gattuso:
"Ho sempre voglia di sfondare. Non voglio mai uscire dal campo pensando di non aver dato tutto. Gattuso sa darmi gli stimoli giusti: il Milan gioca bene. Allenarsi per migliorare è l’unico modo per convincerlo a farti giocare. In Cina (in tournée estiva nel 2017, ndr) iniziai a sperare di restare al Milan. Pensavo: Montella non mi conosce più di tanto, se riesco a farmi vedere bene, altrimenti parto, l’importante è giocare. Le doppiette? Hanno una spiegazione: non mi accontento mai. Per me il pallone è tutto. Anche il gol di un compagno, un assist. Però solo se si vince. Io in area cerco la palla, a volte ci incontriamo… Mi ispiro a chiunque faccia tanti gol: Morata, Inzaghi, Van Persie, Suarez. Però anche Maldini. Una volta venne a prendere suo figlio Christian: gli tesi il foglietto per l’autografo, non riuscivo a parlare. Cosa mi emoziona di più? La mia famiglia, a loro darei il mondo e a loro dedico ogni gol".
Inoltre, il giocatore classe '98 si è espresso riguardo ai giovani che come lui militano nella massima serie italiana:
"Non tutti arrivano, magari qualcuno si sente appagato e si accontenta. Nessuno di quelli cresciuti con me (Chiesa, Barella, Zaniolo, ndr) si sente predestinato a vincere. Se le generazioni non cambiassero, finirebbero le nazionali. Certo, vogliamo vincere, è il nostro lavoro".
Infine, una battuta a proposito di San Siro:
"Spero che Milan e Inter non si spostino. Si respira la storia, è una sensazione indescrivibile fin dalla prima volta".
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