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Milan, Brambati: “Non capisco perché Maldini sia ancora in società. Con Rangnick grave errore, svelo perché”

CAGLIARI, ITALY - SEPTEMBER 16:   Paolo Maldini of Milan looks on during the serie A match between Cagliari and AC Milan at Sardegna Arena on September 16, 2018 in Cagliari, Italy.  (Photo by Enrico Locci/Getty Images)

L'ex difensore Massimo Brambati dice la sua in merito all'operato di Paolo Maldini come direttore tecnico del Milan e sulla querelle con Ralf Rangnick

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Massimo Brambati si scaglia contro Paolo Maldini.

Il Milan, che in questi ultimi anni non ha vissuto momenti rosei, guarda al futuro. Nei giorni scorsi, in particolare, alcuni rumors hanno ipotizzato l'arrivo sulla panchina rossonera, per la prossima stagione, di RalfRangnick. L'allenatore tedesco, nonostante abbia ammesso di avere avuto contatti con la società e di essere intrigato da una tale avventura, ha però precisato che non dovrebbe trattarsi di una "missione suicida". Dichiarazioni che non sono andate giù al direttore tecnico del club di via Aldo Rossi, che ha risposto a toni duri all'attuale responsabile dello sport e dello sviluppo calcistico del gruppo Red Bull e smentendo ogni tipo di trattativa relativa al futuro della panchina rossonera.

L'ex difensore di TorinoPalermo Bari, oggi procuratore sportivo, intervenuto ai microfoni di TMW Radio, ha criticato aspramente l'operato di Paolo Maldini, soffermandosi sulle dichiarazioni rilasciate dal direttore tecnico del Milan in merito ai contatti avuti con RalfRangnick.

"Ho letto - dice Brambati - le parole di Maldini. Non mi ricordo a memoria di aver sentito un allenatore che stava per essere preso fare una dichiarazione del genere. Questa dichiarazione di Maldini è frutto di un errore, di gavetta non fatta. Non doveva rispondere a Rangnick ma doveva andare a parlare con Ivan Gazidis e nel caso rimettere il mandato. Non capisco perché sia ancora lì. Avete mai visto direttori sportivi di grande spessore fare dirette sui social? Significa che c’è nella figura di Maldini che non collima con il ruolo che deve ricoprire. L’errore di Marco Giampaolo è il primo di una serie".