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Perinetti-Mediagol: “Zamparini e le interviste di troppo. Fiero di essere considerato ingombrante, i ds top del futuro…”

L’intervista esclusiva concessa dall’ex dirigente di Roma, Palermo e Genoa, Giorgio Perinetti, alla redazione di Mediagol.it

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Parla Giorgio Perinetti.

L'esperto dirigente ex Roma, Juventus e Napoli, dalle competenze trasversali sul piano gestionale, tecnico e amministrativo, nella sua carriera ha legato il suo nome al Palermo a più riprese, prima sotto la guida di Franco Sensi e successivamente nel corso dell'era Zamparini, terminata lo scorso anno con il turbolento e stucchevole passaggio di quote societarie che ha condotto il club di Viale del Fante al fallimento. Un apporto sul piano dirigenziale e carismatico di grande qualità, che ha contribuito a regalare ai rosanero nella stagione 2013/14 un’entusiasmante promozione in Serie A, valorizzando anche numerosi giovani calciatori, oggi tra i più ricercati del panorama calcistico internazionale.

In un'intervista concessa in esclusiva ai microfoni di Mediagol.it, Giorgio Perinetti, oggi in attesa di una nuova stimolante opportunità lavorativa a seguito della conclusione dell'avventura professionale al Genoa nel ruolo di direttore generale, ha ripercorso i tempi d'oro vissuti in seno al Palermo, soffermandosi sui rapporti con l'allora patron Maurizio Zamparini.

""Mi è dispiaciuto molto quando Zamparini non mi confermò dopo quella cavalcata trionfale fatta con Iachini in Serie B, perché avrei voluto continuare a lavorare per anni nel club rosanero, ma oggettivamente in quella situazione non si poteva fare più di quanto già era stato realizzato. Una non riconferma dovuta a qualche intervista di troppo, anche se quando sono intervenuto a livello mediatico ho sempre citato il patron Zamparini, che è stato sotto molti aspetti la forza del Palermo, e poi c'ero solo io a difendere la società da attacchi di altri che volevano contrastare la nostra vittoria. Mi è sembrato di aver fatto il massimo che si potesse fare, portando tanti giocatori tra i quali Belotti ed averne consigliati altri di livello assoluto come Ilicic, mi dispiace molto per come si è concluso il rapporto. Il mio modo di concepire ed interpretare il ruolo non è  più  tanto gradito nelle società calcistiche perché vengo ritenuto ingombrante, in quanto metto sempre la faccia in ogni decisione che prendo, tratto di queste solo con il presidente e non con tutti i cortigiani che gli girano intorno solo per dare un consiglio su giocatori di cui hanno soltanto sentito parlare e che non hanno mai effettivamente visto giocare. Sono contento di essere ingombrante, perché ritengo che un dirigente dovrebbe essere un decisionista, pronto sempre a caricare  sulle proprie spalle le sue responsabilità, non delegando collaboratori per decidere, avendo coraggio di prendere iniziative. Io ho sempre fatto di testa mia nel prendere determinate decisioni e oggi questa figura non è tanto amata perché la maggior parte dei patron preferisce prendere decisioni in maniera autonoma".

"Perinetti, inoltre, ha parlato dei profili dirigenziali giovani e di qualità attualmente operanti in Italia: "Faggiano è un dirigente interessante, l'ho avuto per diverso tempo sotto la mia ala e sono felice di averne colto talento e potenzialità a Noicattaro in quella trattativa per Caputo, attaccante di cui oggi tutti apprezziamo lew doti in massima serie. Daniele ha lavorato anche a Palermo, sta facendo benissimo a Parma e comincia ad avere tanta esperienza, inoltre ritengo che abbia davvero una predisposizione naturale per questo lavoro. Daniele come Marchetti, ds del Cittadella, credo siano dei top del settore, inoltre quest'ultimo, eccellente interprete delle sue mansioni ha realizzato l'impresa di portare il Cittadella ai play-off e si nasconde gelosamente in quell'eremo dorato, è molto affezionato a questo club tanto che non vuole per nulla uscire da questa realtà. Un altro dirigente dalle grandi qualità è Goretti del Perugia, sempre molto bravo e attento nello scegliere i giocatori in virtù di determinate caratteristiche  e nel formare le squadre con oculatezza ed equilibrio".

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