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Pergolizzi-Mediagol: “Mio nome nella storia del Palermo, che gioia! La chiamata, la Serie D e il Barbera…”

Le dichiarazioni rilasciate dall'ex allenatore del Palermo, Rosario Pergolizzi, in esclusiva alla redazione di Mediagol.it

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Rosario Pergolizzi si racconta.

Il contratto che legava l'allenatore al Palermo è ufficialmente scaduto quest'oggi, ma le strade del tecnico palermitano ed il club rosanero, in realtà, si sono separate già diverse settimane fa. Dopo la sospensione definitiva del campionato di Serie D a causa dell'emergenza Coronavirus e la conseguente vittoria a tavolino del campionato, infatti, la società di Viale del Fante ha deciso di non riconfermare Rosario Pergolizzi. Il rapporto si è risolto con una rescissione consensuale, ma il cinquantunenne ha ammesso che avrebbe voluto continuare a scrivere pagine illustri della storia dei siciliani.

In una lunga intervista rilasciata in esclusiva alla redazione di Mediagol.it, l'ex guida del Palermo ha parlato del momento che sta vivendo, soffermandosi sul percorso sulla panchina rosanero: dall'inizio dell'esperienza fino alla brusca interruzione, passando per le vittorie ottenute sul campo.

"Sto bene, mi sto riposando - dice Pergolizzi dopo un'annata difficile sotto il punto di vista della concentrazione e della pressione. Mi è dispiaciuto tanto non potere concludere la stagione sul campo. Ho sofferto soprattutto vedendo la scena dei festeggiamenti del Benevento ieri. Avremmo voluto tutti festeggiare nella stessa maniera questa grande soddisfazione, per noi ma anche per i tifosi. Loro, come noi, hanno patito questa stagione di rincorsa e rifondazione. Non siamo riusciti a festeggiare, ma abbiamo sempre ribadito che eravamo pronti anche al protocollo sanitario. Prima, però, vengono la salute e le regole dettate dalla Federazione. Dopo tante preoccupazioni e delusioni Palermo meritava di festeggiare questa grande cavalcata. Il mio nome resterà nella storia del Palermo per avere riportato la squadra tra i professionisti e ne sono orgoglioso. Ciò significa che sono nato per fare parte di questa importante storia e questo mi riempie di gioia, sia come uomo che come professionista. Ho fatto soltanto il mio dovere, con amore, umiltà, lavoro e sacrificio. È normale che nulla possa essere fatto perfettamente, ma questo nessuno potrà mai togliermelo. Io sono stato contattato l’estate scorsa da Sagramola, anche tramite Rosario Argento che mi aveva avuto nel settore giovanile e ha sempre creduto in me. È impossibile dimenticare quanto pubblico ci fosse allo stadio per la finale di Coppa Italia, per lo Scudetto e per la Supercoppa, nonostante si trattasse di una serie giovanile. Anche questa è storia che rimarrà al Palermo. Gli allenatori e i giocatori cambiano, ma questo resta. Sono stato contattato, poi dimenticato e nuovamente contattato. Un percorso travagliato che alla fine, visto adesso a bocce ferme con tranquillità e serenità, è stato sicuramente bellissimo e ricorderò con affetto per sempre. Non ho mai sentito una differenza tra la Serie D e la Serie A, mi sono sempre sentito un allenatore di massima categoria perché la società, i giocatori e la piazza erano tali. Io e il mio staff eravamo alla prima esperienza in una squadra importante come il Palermo, ma consapevoli della grande responsabilità affidataci dalla società. Ci siamo sentiti coccolati. Il “Renzo Barbera” è un ricordo che porterò sempre con me. Entrare e giocarci sapendo che dovrai vincere non è mai facile, ma è una delle cose più belle che ricorderò con grande amore. Nonostante le dieci vittorie, dopo la vittoria col Savoia, è arrivata qualche critica. È normale che i tifosi, con la rinascita, si aspettassero un allenatore con un nome diverso e inizialmente abbiano avuto dei dubbi. Questo è servito a loro per rendersi conto che nulla è scontato, a me per crescere come uomo e professionista. La sconfitta contro il Savoia era un qualcosa di normale. Se non fosse arrivata con loro sarebbe arrivata con un’altra squadra per la legge dei grandi numeri. Io non ho mai pensato di vincere tutte le partite, bensì che sarebbe stato un campionato difficile da vincere anche all’ultima giornata, nonostante per i tifosi fosse un patema d’animo. L’importante era portare a casa l’obiettivo".