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Giovanni Tedesco-Mediagol: “Palermo, un sogno. Rossi e Guidolin top, Papadopulo ok. Zamparini non voleva che giocassi, feci due gol al Napoli e mi disse…”

L'intervista esclusiva concessa dall'ex Fiorentina, Genoa e Palermo, oggi tecnico del Valletta, Giovanni Tedesco, alla redazione di Mediagol.it

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Quattro anni con la maglia del Palermo e una breve parentesi alla guida dei rosanero al fianco di Schelotto.

Giovanni Tedesco ha lasciato nella storia del club di Viale del Fante un segno indelebile, rimanendo a sua volta in cima alla gerarchie di gradimento dei tifosi siciliani nella lista dei calciatori protagonisti della lunga era Zamparini. Giocatore simbolo e leader carismatico, dentro e fuori dal rettangolo verde. Una grinta innata che ha contribuito al raggiungimento di grandi traguardi da calciatore ed all'avvio di un promettente percorso professionale in panchina. Appese le scarpette al chiodo, infatti, Tedesco ha nuovamente sposato la causa rosanero come allenatore, dal settore giovanile alla parentesi sulla panchina del Palermo in Serie A accanto a Schelotto nel 2016, prima di intraprendere l'avventura oltre i confini nazionali guidando nelle vesti di tecnico diversi club maltesi. Oggi, forte di un background professionale arricchito da un training formativo all'insegna della  gavetta, il sogno di tornare in Italia e la speranza di insediarsi alla guida, un giorno, della squadra della sua città.

Il tecnico del Valletta, in attesa di poter tornare in campo per trascinare la compagine maltese impegnata in un'avvincente lotta al vertice della graduatoria, ha ripercorso in un'intervista concessa in esclusiva ai microfoni di Mediagol.it le annate da calciatore vissute con il club di Viale del Fante, soffermandosi sul rapporto con l'allora patron Maurizio Zamparini e svelando un particolare retroscena legato a una gara in cui "Giovannino", soprannome con cui ancora oggi la tifoseria palermitana lo chiama affettuosamente, diede una palese dimostrazione delle sue doti a dispetto della carta di identità.

"Io i primi anni al Palermo ho giocato di più, mentre negli ultimi anni, obiettivamente, sono stato impiegato poco. Meritavo di giocare qualche partita in più, ma la mia età al presidente Zamparini non andava tanto giù. Non dimentichiamo che, in Palermo-Napoli, a 37 anni ho fatto una doppietta che ha regalato la vittoria ai rosanero. In quella partita non avrei dovuto giocare, perché l'ex patron preferiva e cercava di consigliare caldamente al tecnico l'utilizzo di altri giocatori più giovani, ma Colantuono ha avuto gli attributi per scegliere di schierarmi in campo ed io l'ho ripagato. Zamparini è venuto giù nel tunnel e mi ha detto “Giovannino, non mi aspettavo che alla tua età avresti potuto fare una prestazione di questo genere”. È un aneddoto che descrive al meglio l'indole dell'allora presidente. Ho fatto 10 gol nella mia avventura in rosanero, tra campionato e Coppa Uefa. Nella gara contro lo Slavia Praga sul tiro di Conteh c'è stata una mia deviazione di testa, anche se sulle statistiche ufficiali non me lo assegnano. Le reti messe a segno con la maglia del Palermo sono tutte belle, mi hanno regalato delle emozioni indescrivibili: dalla doppietta col Napoli al gol nel derby contro il Catania sotto la Curva Nord, fino all'ultimo contro il Cagliari. Erano sogni che mi portavo dietro fin da bambino e poi ho fortunatamente realizzato. Ogni tanto mi piace ricordarli quei momenti meravigliosi. Sono stato bene in tante città, ma quelle in cui ho lasciato il segno sono Palermo e Perugia, perché sono stato lì sei anni nel top della mia carriera mettendo a segno circa 8 gol a stagione da centrocampista e la qualità della Serie A era molto più alta di adesso. Erano anni ai vertici della mia carriera, in cui ho sfiorato anche la convocazione in Nazionale. Cosmi mi diceva che Trapattoni mi seguiva attentamente ed il suo staff veniva ad osservarmi. Io sono andato via di casa a quindici anni per andare alla Reggina, poi tornare a 33 anni a Palermo, nella mia città e a fianco della mia tifoseria, è stato il coronamento di un sogno". 

L'ex Palermo, inoltre, ha parlato degli allenatori che lo hanno accolto sotto la loro ala nel corso dell'avventura in rosanero e da cui, nel nuovo ruolo di tecnico, ha tratto ispirazione: "Mi fa piacere quando sento i miei ex allenatori parlare di me positivamente. Ho avuto un bel rapporto con quasi tutti i tecnici, da Francesco Guidolin a Davide Ballardini, ma anche Delio Rossi e Walter Zenga. Uno di cui si parla poco è mister Giuseppe Papadopulo, ma ci tengo a sottolineare che nella stagione sotto la sua guida il Palermo ha fatto cose straordinarie, sia in campionato che nelle coppe. In Coppa UEFA siamo stati eliminati dallo Schalke 04 in maniera strana, perché se Corini non fosse stato espulso a fine primo tempo e l'arbitro non avesse concesso il calcio di rigore nella gara di ritorno probabilmente sarebbe finita in modo diverso. In Coppa Italia, invece, siamo arrivati in semifinale. Questa è una stagione che in pochi ricordano ma è stata davvero eccezionale. Ripeto, io ho avuto un buon rapporto con tutti i miei tecnici, ma se dovessi stilare una lista metterei in testa Delio Rossi e Guidolin, che mi hanno lasciato qualcosa di più a livello di doti e conoscenze calcistiche e ai quali ho carpito nozioni e segreti insiti oggi nel mio bagaglio di allenatore. Nella mia idea di calcio e nella metodologia di lavoro, infatti, mi porto dentro molte loro caratteristiche. Ciò non significa che gli altri allenatori, come Ballardini o Stefano Colantuono, non siano anch'essi grandi allenatori, anche perché lo hanno ampiamente dimostrato nel corso della loro carriera".

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