Ripartire o no, il calcio necessita di sicurezza.
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Lecce, Sticchi Damiani: “Serie A? Auspico possa ripartire e non andare oltre luglio, ma prima la salute degli atleti”
Il presidente del Lecce si espone in merito alla questione del campionato nazionale bloccato dal 9 marzo per emergenza Coronavirus
L'orizzonte temporale dalla fine di febbraio e gli inizi di marzo si è totalmente ridisegnato. La logica di programmazione è passata dall'essere a lungo termine a breve termine. Costrizione dettata dall'avanzata della minaccia del Coronavirus - in gergo scientifico CoVid-19 -, virus che ha avuto inizio nel mercato cittadino della città di Wuhan, nella provincia cinese dell'Hubei poi divenuta focolaio. Impensabile pensare quanto drastica sarebbe stata la ricaduta prima nel mondo orientale e dopo in quello occidentale fino a determinare, secondo le linee guida dell'OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità - la pandemia. Intere economie, prima autosufficienti, sono state portate al lastrico, sull'orlo del baratro. Una di queste, forse tra le prime al mondo, è l'azienda globale del calcio.
L'organismo direttivo del calcio europeo, la UEFA, si trova di fronte a un bivio: ripartire o non ripartire. Sebbene la propensione sia quella di ripartire nel più breve tempo possibile per mantenere vivo il giro d'affari che circonda ogni singolo stadio di ogni singolo club, farlo non è affatto semplice. C'è da tener conto di una moltitudine di opinioni e punti di vista. Come, ad esempio, quello di Saverio Sticchi Damiani, patron del club salentino giallo-rosso, il Lecce, che, rispondendo ai microfoni del Corriere della Sera, esprime la sua linea logica sulla questione Serie A.
RIPARTENZA: "Io auspico che la stagione in corso si concluda. Sono per la ripartenza, insomma. Ma si tratta di un auspicio ragionato, basato su alcuni presupposti. Il primo è ovviamente che la pandemia venga superata, e il secondo, altrettanto ovvio, è la certezza che nessun danno venga arrecato alla salute degli atleti e delle altre persone coinvolte. Infine non bisogna arrivare con i tempi tanto in là da compromettere la prossima stagione. Sarebbe complicato giocare oltre metà luglio senza fare danni. Inoltre la stagione a venire deve comunque concludersi rapidamente per via dell’Europeo e dell’Olimpiade rinviati".
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