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Lecce, Sticchi Damiani: “Retrocessione impossibile. Tra calcio e Governo serve equilibrio”

Il presidente del Lecce ha espresso la sua opinione in merito alla possibile ripresa del campionato di Serie A

Mediagol52

Il commento di Sticchi Damiani.

Con l'inizio della Fase 2, che comincerà ufficialmente da oggi, i calciatori potranno ritornare a svolgere attività fisica nei centri di allenamento dei propri club, che hanno modificato l'assetto delle proprie strutture per adempiere alle richieste del comitato tecnico-scientifico.

Un piccolo passo verso la possibile ripresa del campionato, che ha analizzato il presidente del Lecce, Saverio Sticchi Damiani, ai microfoni di TMW: "

"È un piccolo ritorno alla normalità, ma non indicativo. Questo è trattare i calciatori allo stesso modo dei cittadini che possono fare jogging. La Lega è compatta, vogliamo riprendere in sicurezza. L’unica soluzione per evitare un disastro finanziario e una serie di ricorsi è riprendere a giocare. Se ci sono le condizioni di temporeggiare e aspettare che da un punto di vista sanitario si possano aprire nuovi scenari, sarebbe giusto riprendere. Se lo scenario non dovesse migliorare con la riapertura la ripresa sarebbe complicata e comporterebbe una serie di problemi non di poco conto. RetrocessioneÈ impensabile. Sarebbe una scelta priva di fondamento giuridico e merito sportivo. Non è il momento di minacciare ricorsi e diffide con la gente che muore. Pensare di fare terrorismo attraverso minacce di ricorsi è l’ultima cosa che voglio fare. Ma non c’è alcun fondamento che possa permettere la retrocessione del Lecce. Sarebbe fuori da ogni logica. E chi pensa di potersi avvantaggiare da una situazione del genere in questo momento specula sul Covid-19".

"Non mi azzardo a fare previsioni, è difficile" - continua il patron del Lecce - "Se dovessimo ripartire ci faremmo trovare pronti. Ma non mi faccio più domande. Ho letto spesso di contrasti tra calcio e Governo sulla ripresa. Non è il momento. Se il Governo ha utilizzato un atteggiamento prudente evidentemente non si è arrivati ad un punto sul protocollo sanitario. Questo deve essere uno stimolo per migliorare il protocollo e raggiungere un equilibrio. Io credo nella ripresa. Ma con equilibrio. Anche rispetto alle mie attività oltre il calcio, non è che avessi tutta questa voglia di riprendere. Ma non mi sono fermato un attimo, per senso di responsabilità. Ripartiamo, con responsabilità e non solo per la voglia di giocare. Il calcio genera un introito notevole per il Paese, se vogliamo ripartire è per responsabilità verso tutto il sistema. La voglia di giocare invece, magari, la ritroveremo più avanti".