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Lecce, Sticchi Damiani: “Parma e Como club ricchi, se salgono la A si fa proibitiva”

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Le dichiarazioni rilasciate dal presidente de Lecce: "Credo che si stia andando verso una Serie A sempre più livellata verso l'alto".
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"Ho colto questa occasione per fare anche io un bilancio di metà percorso, più di ampio respiro. L’ultima volta che sono venuto qui in sala stampa c’era tanto entusiasmo per la partenza sprint della squadra e ricordo che in quella sede dissi che la differenza l’avrebbe fatta l’atteggiamento del pubblico durante le quattro, cinque sconfitte di fila che sarebbero prima o poi arrivate. Oggi, dopo la bellissima vittoria di venerdì, sono felice di aver constatato che i nostri tifosi quel tipo di messaggio lo hanno recepito. È un segnale importante, per questo io voglio ringraziare i tifosi, lo stadio venerdì era pieno. Anzi, consentitemi di parlare da tifoso, mi dispiace per quelli che hanno deciso di andare via prima della fine". Lo ha detto Saverio Sticchi Damiani, intervenuto in conferenza stampa al termine della sessione invernale di calciomercato.

LE DIFFICOLTA' -"Dobbiamo essere consapevoli che i nostri competitor sono l’Udinese, il Sassuolo, la Salernitana, il Cagliari: le difficoltà sono massime, le possibilità di uscirne indenni passano da mille variabili e dettagli e potrà accadere che tra le retrocesse ci saranno quelle meno forti, meno attrezzate delle altre. Siamo tutti chiamati a fare sempre di più, credo che si stia andando verso una Serie A sempre più livellata verso l'alto, se penso alle probabili promosse dal campionato di B in corso: il Parma, magari il Como, società ricche. Il torneo si fa sempre più proibitivo. In più c’è qualcuno che pensa di portare il campionato a 18 squadre anche se non ha il coraggio di uscire allo scoperto e rivendicare questa riforma", ha proseguito il presidente del Lecce.

SERIE A -"Vedo una Serie A in cui alcune proprietà sono di grandi fondi, poi ci sono realtà che hanno dietro potenze industriali nazionali e ce ne sono altre ancora che fanno una politica di all-in, di indebitamento e quindi di alterazione della competizione sportiva nella speranza di fregare chi rispetta le regole. Non abbiamo un sistema che impedisca a questi signori non dico di fare mercato, ma proprio di non iscrivere la squadra al campionato. Il Lecce non ha dietro uno sceicco, non ha una realtà industriale come il Sassuolo, non si indebita. Io ho imposto a tutti i soci di essere presenti nella compagine come persone fisiche e non giuridiche e anche le garanzie bancarie sono le nostre, come quelle necessarie quando chiediamo un prestito per sistemare la Tribuna Est. Per tre anni siamo finanziatori della B, con due milioni e mezzo a stagione oltre alla parte di paracadute versata quando siamo retrocessi: quando vedo il presidente della Lega B glielo ricordo sempre".

OBIETTIVI -"Il problema del calcio italiano è che in gran parte il costo è sugli stipendi: noi siamo l’eccezione, lì facciamo la differenza. L’area tecnica deve lavorare con nomi sconosciuti e impiega risorse per acquisire patrimonio e pagare gli ingaggi. Ecco perché a fine anno possiamo fare poche cessioni, ne beneficia il progetto tecnico. Io sono geloso di questo progetto perché vedo che ci può portare lontano e mi sento tutelato come presidente e proprietario. In mi voglio consolidare in Serie A, fare investimenti delle strutture. So pure che ci può essere lo scenario peggiore e dobbiamo sapere che esiste questa eventualità, ma adesso la retrocessione non sarebbe più una questione di vita o morte, ma un antipatico incidente di percorso. Quattro anni fa ci fu una retrocessione che non voglio più vivere".

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