Parola a Fabio Liverani
serie a
Lecce, Liverani: “Dicembre-gennaio nostro periodo peggiore, ci allenavamo in 13. Serse Cosmi? A lui devo tutto”
L’attuale tecnico del Lecce, Fabio Liverani, ha parlato dell'emergenza Coronavirus, raccontando come sta trascorrendo questo lungo periodo di quarantena
L’ex giocatore di Palermo, Lazio e Fiorentina, e attuale tecnico del Lecce, ha detto la sua sull'emergenza sanitaria globale legata alla diffusione del Coronavirus, raccontando, nel corso della trasmissione 'Calciomercato l’originale', come sta vivendo e trascorrendo questo lungo periodo di quarantena.
"In questi giorni sto affrontando il momento più critico anche se si delinea una possibilità di ripartire. In questo campionato in casa abbiamo avuto delle difficoltà, abbiamo incontrato squadre forti. Il periodo peggiore è stato tra dicembre e gennaio dove ci allenavamo con 11-12-13 giocatori, la mia squadra deve essere organizzata. Dai campioni - prosegue Liverani - si può rubare qualcosa. Ognuno può migliorare guardando ai più bravi. Da Pirlo si può rubare la posizione del corpo nel ricevere il passaggio, la posizione dei piedi quando difende e quando deve giocare. La palla a 50 metri è una qualità che o hai o non hai. Il regista è quello che guarda anche per gli altri".
Parole al miele per Serse Cosmi, uomo simbolo del Perugia nell’anno 2000/2001: "A lui devo tutto il mio percorso, è stata la persona che mi ha permesso di esordire in Serie A".
Un tuffo nel passato tra importanti e indimenticabili aneddoti e ricordi legati alla sua carriera da calciatore: “Il mio gol più bello? Quello con la Juve non è stato male. Ero vicino alla Juventus nello scambio con O'neill che poi non si concretizzò. L'anno che andai via a parametro zero dalla Lazio. Scelsi la Fiorentina ma la Roma provò a prendermi. Fino al triplice fischio vivo tutto al massimo, fino all’ultimo secondo faccio fatica ad accettare la sconfitta. Una volta persi una partitella perché Lupatelli fece una papera allora lo rincorsi fino allo spogliatoio dove lo trovai sdraiato per terra, mentre con il gessetto aveva tracciato la sua sagoma col gessetto, come se fosse morto”, ha concluso Liverani.
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