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Sacchi sulla lotta scudetto: “Juventus e Lazio in vantaggio, ma calendario dell’Inter più semplice. 5 cambi? Ho la mia idea”

L'ex tecnico Arrigo Sacchi si sofferma sulla ripresa dei campionati, analizzando il calendario delle big

Mediagol93

Arrigo Sacchi si sbilancia.

Tra i migliori allenatori della storia del calcio italiano c'è, di certo, lui: Arrigo Sacchi, grande conoscitore della Serie A con una lunga carriera alle spalle vissuta alla guida dei più grandi club del nostro Paese. Oggi intervistato ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport", l'ex tecnico, è tornato a parlare della Serie A affrontando svariati temi legati alla ripresa dei campionati e alla lotta scudetto.

“L’Atalanta è la squadra che mi diverte di più ed è quella che ha segnato più gol di tutti pur senza avere quelli che, sulla carta, vengono definiti top player. Loro, per giunta, avranno motivazioni superiori agli altri: rappresentano Bergamo, una delle città più colpite dal virus. Insomma, giocheranno per se stessi, per il club, per l’allenatore e per la loro gente, anche quella che non c’è più. E io li osserverò, sperando che mi regalino attimi di bellezza".

Sacchi si è poi espresso sulla lotta scudetto: "Ho dato un’occhiata al calendario e mi sembra che quello dell’Inter sia abbastanza facile. Credo che Conte possa reinserirsi nella lotta al vertice, anche se la Juve, per l’organico a disposizione, e la Lazio, per le grandi motivazioni, partono in vantaggio. La preparazione atletica, quando si gioca a certe tempe- rature e dopo una sosta di tre mesi, è fondamentale. Per fare un esempio concreto: mi aspetto che Sensi dell’Inter entri in forma più velocemente di Lukaku, che ha muscoli da colosso. Anche su questo dettaglio c’è da ragionare, perché qui, prima della ripartenza, non si potranno fare prove in amichevole. E poi c’è l’incognita “paura”: voi siete sicuri che tutti metteranno in campo lo stesso ardore che avevano prima della sospensione. Questo virus, purtroppo, oltre che nei polmoni, è entrato nella testa della gente, e quindi anche dei calciatori".

Infine, due battute sui 5 cambi: "Se volevano partite più equilibrate hanno sbagliato strada. Così si favoriscono le più forti, è ovvio. Ma vi rendete conto di che cosa significa cambiare cinque giocatori su undici: è metà squadra. Non mi sembra una grande idea. In questo modo si evidenzia ancora di più il gap tra grandi e piccoli, tra ricchi e poveri".