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Papà Gabriele Sandri: “Bello vedere tifoserie unite sotto il nome di mio figlio”

Papà Gabriele Sandri: “Bello vedere tifoserie unite sotto il nome di mio figlio”

Le parole di Giorgio Sandri, padre di Gabriele, tifoso rimasto ucciso nove anni fa da un colpo di pistola a Badia al Pino.

Mediagol8

Nono anniversario della morte di Gabriele Sandri, 11 novembre 2007 una data che nessun tifoso scorderà facilmente.

Il tifoso laziale stava viaggiando verso Milano, dove poche ore si sarebbe giocata a "San Siro" Inter-Lazio, ma la storia racconta ben altro. Un proiettile colpisce il giovane tifoso biancoceleste che crolla a terra presso l’autogrill di Badia al Pino, nulla da fare per lui. Dopo nove anni resta vivo il ricordo di "Gabbo", dai giocatori amici come Lorenzo De Silvestri ai tifosi di tutta Italia, riuniti in amicizia sotto il nome di Gabriele Sandri. Intervistato da Retesport Giorgio Sandri, padre del tifoso laziale, ha raccontato le sue idee e le proprie emozioni alla ricorrenza della morte de figlio: "La morte di Gabriele non si può spiegare, ma al tempo stesso è un miracolo, ha unito tutte le tifoserie d’Italia. Dopo nove anni ancora si ricorda Gabriele ogni domenica. Al suo posto poteva esservi chiunque, la facilità di immedesimarsi in Gabriele riesce ad unire tanta gente e tante tifoserie. L’omicidio di Gabriele non ha niente a che vedere con calcio e tifoserie. E’ stato ucciso lontano sia dallo stadio Olimpico che da qualunque stadio di calcio, chi ha fatto quel gesto folle non sapeva neanche chi fosse Gabriele. Quindi lascerei il calcio da parte. Per quanto riguarda cosa fatto in questi anni io ho le mie idee. Mi pare che il calcio voglia allontanare dagli stadi i tifosi come Gabriele e non solo. Vedo gli stadi sempre più vuoti e mi dispiace. Io ho vissuto la mia vita allo stadio, in curva, dove si andava insieme romanisti e laziali. Era un belvedere tutte le domeniche, quando c’era il derby ma anche le tifoserie ospiti che non venivano confinate come fossero chissà cosa. Erano spettacoli folkloristici e oggi non è più così".

"La Fondazione? E’ la cosa più bella a cui tengo molto, mi piace ricordare tutti i gruppi di Donazione Sandri nati in tutte le città d’Italia, da Milano a Trieste, Roma, Lecce, Bari. E’ la cosa più bella donare il sangue, donare la vita a qualcuno. Credo non ci sia niente di più bello. La fondazione purtroppo non è sostenuta economicamente- ha ammesso Sandri-, siamo piccolini e facciamo ciò che possiamo, non facciamo nulla per sponsorizzarci, non vogliamo nulla e vorremmo solo più attenzione da parte di qualcuno. Fare un evento e ricordare tutti questi gruppi che si riuniscono 4/5 volte all’anno sarebbe bello".