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Lazio, Tare: “Tutto su Luis Alberto, Immobile e Milinkovic-Savic. La vittorie contro Inter e Juventus…”

Il direttore sportivo della Lazio, Igli Tare, ha raccontato alcuni aneddoti legati ai tre uomini più importanti della rosa di Inzaghi

Mediagol52

A tutto Igli Tare.

Durante una lunga intervista concessa ai microfoni di Sky Sport, il direttore sportivo della Lazio ha espresso la sua gioia per la decisione del Governo, che ha permesso ai giocatori di allenarsi individualmente sui campi delle strutture di proprietà dei club.

Questa le sue parole: "Ripartiremo mercoledì, ma appena avvieremo i test sierologici capiremo se potremo anticipare questa data per la ripresa. L'ordinanza del Viminale sull'ok agli allenamenti individuali ci ha colto in controtempo. La Lazio è la prima società in assoluto ad aver smesso di giocare e allenarsi per questa pandemia. Siamo stati tra le poche squadre in Italia a rispettare ogni ordinanza del governo dall'inizio alla fine. Nessun giocatore ha lasciato la città, forse a livello di comunicazione siamo sembrati aggressivi per un semplice motivo: abbiamo analizzato lo stop del calcio come stop della terza industria del Paese, con eventuali danni molto rilevanti. Per i giocatori era molto importante ricevere segnali di apertura. Quando abbiamo saputo che saremmo tornati ad allenarci abbiamo festeggiato in chat.

"Credo sia stata trasmessa male l'idea della Lazio che sta premendo per giocarsi lo scudetto"- continua Tare - "Tutto quello che abbiamo guadagnato l'abbiamo guadagnato sul campo. Ho sentito che in settimana potrebbe arrivare lo stop definitivo per mano del Ministro dello Sport. Questo non sarebbe nelle sue competenze. Fifa, Uefa e Figc hanno spiegato che i campionati vanno finiti entro l'anno solare. e non iniziamo questo campionato a giugno, lo faremo quando sarà possibile riprendere l'attività e parlo anche di agosto e settembre sfruttando anche il fatto che nel 2022 i Mondiali del Qatar saranno a dicembre. Credo che finire questo campionato sarebbe una grande esperienza per quello successivo. Se invece dovessimo sospendere, non avremmo alcuna idea di come gestire la convivenza con il virus in futuro".

Su Luis Alberto, che ha recentemente rinnovato il suo contratto fino al 2025: "Quando è venuto da me a Roma in ufficio mi ha detto che il calcio italiano non faceva per lui. Gli ho risposto che non conoscevo nessun giocatore che dopo 4 giorni avesse capito il calcio in cui si trovava. Per i primi 6-7 mesi ha fatto fatica ad ambientarsi ma in allenamento faceva cose devastanti. Io mandavo una persona a filmarlo di nascosto e dopo gli mandavo i filmati di quello che faceva in campo per fargli capire quanto era forte. Poi Inzaghi è stato fondamentale nel suo inserimento nel gruppo".

Altri giocatori fondamentali sono Francesco Acerbi, Ciro Immobile e Milinkovic-Savic, che sta trattando il suo rinnovo: "Acerbi trascinatore unico, vive per il calcio: è il primo ad arrivare a Formello e l'ultimo ad andare via. Vuole sempre giocare, anche nelle amichevoli di metà settimana. Immobile? L'unico problema che avevamo prima di prendere Ciro era il fatto che aveva uno stipendio fuori dal nostro tetto massimo. Le sue caratteristiche sono quelle che cercavamo: un leader in campo e fuori. Rinnovo Milinkovic-Savic? Penso sia fondamentale la volontà dei giocatori. Milinkovic è rimasto 5 anni a Roma e l'ha fatto anche per il legame solido tra lui, città e società. Ogni anno che ci sono state delle tentazioni la nostra volontà e la sua hanno portato alla sua permanenza. Le cose vengono analizzate di stagione in stagione".

Infine Tare ha ricordato la vittoria più bella della stagione, quella contro la Juventus in finale della Supercoppa italiana: "Anche dalle sconfitte si cresce e si impara. Il ko contro l'Inter per 2-3 all'Olimpico due anni fa è stato importante, ci ha dato modo di ripartire con lo spirito giusto per il gruppo che abbiamo creato quest'anno. La vittoria contro la Juve in Arabia Sauditami ha colpito molto, vedevo grande sicurezza nei giocatori. Immobile e Luis Alberto vedevano noi dirigenti nervosi e ci dicevano di stare tranquilli perché avremmo vinto".

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