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Khedira ha scelto: “La Juventus una benedizione, scelta che rifarei. Io in Premier League? Rispondo così”

Khedira ha scelto: “La Juventus una benedizione, scelta che rifarei. Io in Premier League? Rispondo così”

Il centrocampista Sami Khedira, ai saluti finali nella sua esperienza in bianconero

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Il centrocampista, in cerca di nuovi stimoli.

Nonostante sia margini dei piani tecnici della Juventus, Sami Khedira, continua a provare una profonda gratitudine verso il club di Agnelli. Durante una sua intervista rilasciata al sito sportivo statunitense "The Athletic", ha detto la sua, sugli anni vissuti in bianconero. Ieri Khedira è volato in Inghilterra, con il consenso della società bianconera, per trovare una via d'uscita a una situazione in stallo da mesi. In estate la dirigenza non è riuscita a cederlo e a gennaio ci riproverà. Magari proprio in Premier League, dove Carlo Ancelotti lo rivorrebbe con sé all' Everton. Opzione, quella che lo porterebbe Oltremanica, che il centrocampista gradirebbe con particolare entusiasmo.

Queste le parole del nazionale tedesco.

"Ci sono sempre alti e bassi nella carriera di ogni giocatore, non conosco nessuno che sia riuscito a rimanere sempre negli alti. Quando me ne andai dal Real Madrid non pensavo che sarei rimasto così a lungo: trovare un club che ti renda così felice e soddisfatto è stata una benedizione e ho solo sentimenti positivi per il tempo che ho trascorso qui, anche se suona strano adesso. Se tornassi indietro, lo rifarei"

LO STATO D'ANIMO ATTUALE - "È una situazione insolita e non sono soddisfatto. Sono un tipo competitivo, voglio giocare. Quindi sto provando a cambiare questa situazione, altrimenti lascerò Torino. Non ho mai giocato in Premier League, sarebbe la ciliegina sulla torta, ci sono poche pause e molte ripartenze. Mi sto allenando per essere pronto a quell'intensità".

I TECNICI INCONTRATI DURANTE IL CAMMINO PROFESSIONALE - "Mourinho è diretto, pretende molto e non fa le cose a metà. Se non rendi, non ti considera ma sai che lo fa perché ti dà valore come giocatore. Il massimo non è abbastanza per lui. Sono molto contento che stia facendo bene al Tottenham, nessuno pensava che ne avesse ancora ma questo è il suo segreto: non smette mai di crederci, e ora è tornato. Sono rimasto in contatto anche con Ancelotti, lui e José sono entrambe personalità da cui ho imparato tantissimo. Hanno modi diversi di rapportarsi alla squadra ma i giocatori li amano. Allegri invece era molto duro, ma con lui si poteva parlare anche di altre cose, come i viaggi. Sono grandi allenatori perché sanno leggere le persone e mettere insieme una squadra".

LEADER IN BIANCONERIO -"Non è una coincidenza che Cristiano Ronaldo sia ancora al vertice, vive e respira calcio. Per lui e altri come Buffon il calcio non è un lavoro: è passione, vocazione. Non ho mai visto un giocatore mostrare una tale emozione come Gigi dopo la sconfitta col Sassuolo del 2015. Odia perdere. In quel momento la squadra ha capito che avremmo dovuto lavorare più duramente. Sapevo che era straordinariamente bravo, ma che personalità che ha: ama il calcio come non ho mai visto amarlo a nessuno".