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Coronavirus, Iaquinta al Governo: “Come si può mantenere la distanza di sicurezza in cella?!”

L'ex campione del mondo denuncia le condizioni sanitarie precarie nelle carceri italiane in cui è impossibile applicare le norme di distanziamento sociale

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Distanziamento sociale dove è possibile.

Vincenzo Iaquinta, campione del mondo con la maglia azzurra nel 2006, dopo l'addio al calcio, ha vissuto periodi altalenanti sfociati nel 2018 con una condanna a due anni per associazione mafiosa. Assieme all'ex Juventus, anche il padre Giuseppe a cui sono stati inflitti diciannove anni di carcere. Il processo"Aemilia", uno dei più grandi contro la 'ndrangheta' mai celebrato nel nord Italia, ha avuto ufficialmente inizio il 28 gennaio 2015 con l’arresto di 160 persone in Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia richiesto dalle procure di Bologna, Catanzaro e Brescia. Un'inchiesta imponente che ha svelato la presenza ramificata in diversi settori dell’economia e della politica emiliana della 'ndrangheta'.

Soprannominato "il carro armato", Iaquinta ha sempre sostenuto la sua estraneità ai fatti così come quella della sua famiglia facendo leva sullo stereotipo di luogo di cui sarebbe stato vittima in quanto nato a Cutro, in Calabria. Oggi, però, il padre del campione del mondo si trova nel carcere di Voghera, in provincia di Pavia, in attesa di scontare la sua pena. Come ha riportato la cronaca nazionale nelle ultime settimane, le case circondariali italiane si sono rese protagoniste, loro malgrado, di feroci rivolte da parte dei detenuti per le carenti condizioni igienico-sanitarie dovute al sovraffollamento e al divieto di incontrare i familiari durante i colloqui per evitare possibili contagi. L'ex calciatore ha, così, deciso di denunciare il cattivo stato delle celle carcerarie italiane tramite un duro post Instagram facendo appello anche alle istituzioni nazionali nella rappresentanza del presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte e del guardasigilli, Alfonso Bonafede.

"PARTENDO DAL PRESUPPOSTO CHE MIO PADRE È INNOCENTE!!! Questo è un disegno di una cella del carcere di Voghera!! Come si fa a mantenere la distanza di sicurezza?", queste le parole dell'appello al Governo italiano lanciato sul profilo ufficiale del classe 1979.

Di seguito, il post in questione.