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Stramaccioni: “Chiamata dell’Inter una fantastica follia. Iran? Grande esperienza, ma l’Italia resta la priorità”

L’allenatore ripercorre alcune tappe della sua carriera, soffermandosi sui suoi obiettivi futuri

Mediagol93

Andrea Stramaccioni ricorda il passato.

Prima le esperienza sulla panchine dell'Inter e dell'Udinese, poi quelle al Panathinaikos, allo SpartaPraga e infine quelle in Iran con l’Esteghlal. E' una carriera ricca quella del tecnico Andrea Stramaccioni, ripercorsa dallo stesso ex calciatore durante un'intervista concessa ai microfoni di "Sky Sport".

"Ho allenato all'estero, in Iran, perché ho avuto modo di giocare la Champions dell'Asia. Per il blasone sono stato allo Sparta Praga, ma tornerei volentieri in Italia. La mia priorità resta allenare in Italia. Per motivi di affetto e perché è uno dei campionati più belli al mondo. Magari non in una big, ma in una squadra che abbia una componente di giovani che voglia crescere con un progetto".

Inevitabile la parentesi relativa alla sua esperienza sulla panchina nerazzurra: La chiamata dell’Inter è stata una grande soddisfazione, non è facile per un allenatore che arriva da un settore giovanile. Nell’anno in cui iniziava la 'Champions sperimentale' abbiamo avuto la fortuna di vincerla con la Primavera e questo ha attirato l’attenzione del presidente. Per l’Inter era un periodo sfortunato con uno dei miei maestri, Gasperini - e che aveva come vice Juric - e poi con mister Ranieri che avevo avuto a Roma: purtroppo sono andati male. Il presidente decise per questa fantastica follia che ha cambiato la mia vita. Non era una squadra normale, era piena di campioni. E io ero un giovane allenatore appena uscito da Coverciano (ride, ndr)”.

Stramaccioni è poi tornato sulla vittoria ottenuta allo Juventus Stadium: “L’apoteosi. Fu una partita particolare, la Juve era imbattibile allo Stadium, un’armata che giocava un grande calcio. Quella vittoria ti fa capire l’importanza dei giocatori che allenavo: solo dei campioni possono vincere così a Torino. Quella vittoria fu oggetto di incomprensioni con Marotta, poi chiariti. In quella partita mi ruppi anche la mano perché nel gol di Vidal e ho visto i tre metri di fuorigioco, poi è successa la non espulsione di Litchsteiner che poi Conte ha intelligentemente sostituito. Un gol di Milito è arrivato su uno schema su punizione, e questo mi ha dato soddisfazione. Il calcio di dà e il calcio ti leva. Quella Juve era fortissima, avevano Chiellini, Pirlo, Bonucci, tanti grandi campioni. Adesso lo posso dire: abbiamo giocato spregiudicati e avevo convinto i ragazzi a giocare con Milito, Palacio e Cassano in attacco. Cosa non doveva succedere? Prendere gol. Poi ho pensato: ‘Porca vacca, qui finisce 6-0’ (ride, ndr). La vittoria è rimasta impressa a tutti anche per l’andamento, l’ho definito una vittoria dell’Interismo. C’è stato un momento post Triplete difficile e in quella partita i giocatori hanno messo in campo tutte le loro abilità, così come nel derby vinto sul Milan che non permise al Milan di vincere lo Scudetto”.