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Italia, Mancini: “Nessuno voleva allenare la Nazionale, io volevo fare qualcosa di speciale. Tutto su Zaniolo e Pellegrini”

Il commissario tecnico della Nazionale Italiana, Roberto Mancini, torna a parlare della mancata qualificazione ai Mondiali del 2018

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Parla Roberto Mancini.

Negli ultimi due mesi, l’epidemia Coronavirus, ha delineato un quadro sanitario estremamente preoccupante in tutta Europa e, in particolare, in Italia. Dunque, il Governo, al fine di contrastare l’ulteriore diffusione del Covid-19, ha adottato rigidi provvedimenti volti ad evitare assembramenti e a ridurre al minimo i contatti sociali. I provvedimenti istituzionali hanno avuto importanti ripercussioni anche sul mondo dello sport, dove sono state bloccate tutte le attività agonistiche, di ogni ordine e grado.

Tra qualche settimana, sarebbe dovuto partire l'Europeo, ma l'emergenza sanitaria globale ha costretto i vertici a sancirne il rinvio di un anno. Una situazione complessa e delicata che il commissario tecnico della Nazionale Italiana, ha così analizzato ai microfoni di 'Roma Tv': "In questi due mesi avremmo dovuto fare due amichevoli importanti contro l'Inghilterra a Wembley e contro la Germania a Norimberga. In questi giorni, poi, ci saremmo dovuti ritrovare in ritiro per l'Europeo. Ci è mancato tutto quello che è stato il nostro lavoro e ovviamente la normalità della vita di tutti i giorni. Credo che sarebbe stato difficile per tutti batterci e ce la saremmo giocata, spero che in questo anno i nostri ragazzi più giovani accumulino più esperienza".

Un percorso praticamente netto e spedito, quello che ha portato l'Italia a qualificarsi ai prossimi Europei, facendo così dimenticare ai tifosi la delusione della mancata qualificazione ai Mondiali del 2018: "La mia idea era quella di fare qualcosa di speciale per riavvicinare la gente alla Nazionale e i ragazzi sono stati bravissimi a creare un'ottima atmosfera. L'Italia nella sua storia ha sempre avuto giocatori bravi e anche oggi è così. Vincere non è mai facile, anche contro avversari più deboli e noi abbiamo voluto fare qualcosa di diverso rispetto a prima, cercando di giocare bene e fare il massimo a cominciare da queste partite. Quando sono arrivato io nessuno voleva allenare la Nazionale, l'hanno chiesto a me e ho detto di sì. Molti avevano il timore di buttarsi in una situazione difficile, ma il calcio è fatto anche di questi momenti e basta avere un po' di fiducia e credere nelle qualità dei giocatori più giovani".

Chiosa finale su Zaniolo e Pellegrini: "Nicolò è un giocatore giovane che deve accumulare esperienza, non è giusto far cadere tutta la responsabilità su di lui. Penso che possa diventare un calciatore straordinario. Lorenzo, invece, è un centrocampista offensivo che ha il gol dentro. Anche lui  può crescere ancora tanto, ha diverse collocazioni in campo e per noi è un giocatore molto importante".