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Vieri a 360°: “Il 5 maggio ha lasciato un segno. La maglia Azzurra è speciale, nel 2006 dovevo andare in Germania ma…”

L’ex bomber nerazzurro, Christian Vieri, ha raccontato diversi aneddoti della sua carriera e del suo passato da centravanti di grandi club

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"Sono sempre impazzito per il tricolore".

Parola di Christian Vieri. Bobo, da sempre soprannominato Bomber, in una lunga intervista rilasciata ai microfoni del 'Corriere della Sera', si è raccontato a 360°, tra aneddoti e ricordi legati alla Nazionale italiana e alle esperienze con le maglie di Juventus, Atletico Madrid e Lazio, anche se i suoi anni migliori sono stati quelli con la casacca dell’Inter.

"La maglia azzurra? Per me è speciale. Impazzivo quando la indossavo. Tranne che nelle amichevoli, quelle non mi sono mai piaciute. Da ragazzino, in Australia, avevo due sogni: la serie A e arrivare in Nazionale. Posso dichiararmi soddisfatto. Il Mondiale del 2006? Lippi nel 2006 mi voleva portare in Germania. Ma avrei dovuto giocare e al Milan stavo in panchina. Così a gennaio ho scelto di trasferirmi al Monaco, in Francia, però mi sono rotto il ginocchio e tutto è svanito. Il calcio è così".

Ricordi speciali con gli azzurri e momenti gloriosi con i nerazzurri: “Con l’Inter sei anni pazzeschi, ho dato tutto e ho creduto nel progetto sin da subito. A San Siro c’era un’atmosfera elettrica. All'Inter ho giocato con Ronaldo il Fenomeno. Per me il miglior centravanti del mondo, anche fuori dal mondo. Oggi Haaland è il più forte di tutti e ha fatto bene a scegliere il Borussia Dortmund, la società migliore per valorizzare i ragazzi. Tra un paio d’anni se ne andrà in una grandissima squadra per 200 milioni, forse 300".

Infine, l’ex numero 32, ha ricordato uno dei momenti più bui della sua carriera, il 5 maggio 2002, il giorno della sconfitta per 4-2 contro la Lazio che costò lo scudetto: “Fa parte del calcio. Si vince e si perde. Quella sconfitta ci ha distrutti perché eravamo stati in testa fin dall’inizio. E subito dopo l’Italia è stata eliminata al Mondiale dalla Corea. Due botte così ravvicinate hanno lasciato il segno. Però sono state anche un incentivo per ripartire meglio”, ha concluso Vieri.