Erick Thohir rompe il silenzio e torna a parlare dell’Inter.
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Thohir: “Amo l’Inter però il business è business, ho venduto a Suning perchè…”
L'ex presidente nerazzurro ha spiegato i motivi della cessione della società a Suning
L’ex proprietario dei nerazzurri, in un'intervista rilasciata ai microfoni di Lapresse , ha raccontato le sue verità legate alla cessione della società a Suning: "Ho venduto perché c'è stato chi si è offerto per diventare partner di maggioranza, con grandi obiettivi. Ho pensato: va bene. Ripeto: io mi sono solo protetto. Ho mantenuto la carica, il posto allo stadio, il 31% delle azioni, mi scrivo con i miei amici italiani e interisti. Ora tocca a Suning".
Sugli obiettivi che si era posto: "Ne avevo cinque. Il primo: costruire infrastrutture all'altezza della situazione, dal centro di allenamento allo stadio di San Siro. Il secondo: riorganizzare il management, infatti ho assunto Bolingbroke dal Manchester United e Antonello dalla Puma. Il terzo: allestire poco alla volta una squadra forte, per poi arrivare all'acquisto delle stelle. Il quarto: rispettare il FFP, cioè non poco. Il quinto: andare in Europa League e, nel giro di 5 anni, rientrare in Champions League".
"Lo stadio non è stato possibile costruirlo - ha continuato il Tycoon -. Ma avrebbe generato business, sarebbe aumentato il giro di affari, il fatturato che consente di rimanere al passo con i grandi club di Europa. Prenda come esempio la Juventus, che si è potuta permettere Cristiano Ronaldo. Comunque, mi sembra che Suning abbia lo stesso obiettivo. Lo stadio, intendo. Le mie strategie erano chiare, mio padre mi ha insegnato a non fare nulla di nascosto, di poco trasparente. Ci sono passaggi obbligati per poter gestire una società sana e competitiva, senza debiti".
L’Inter resta comunque nel cuore di Thohir: "Chi viene nel mio ufficio vede appese solo magliette dell'Inter, a cominciare da quella di Bergomi e di Zanetti. Oltre a quelle dei Philadelphia, la mia squadra in NBA. Però, il business è business. Ho trascurato la società? Io non ho mai promesso che avrei passato settimane, mesi a Milano. Sono un uomo di affari e i miei interessi sono in Indonesia. A Milano sono andato alcune volte, come a Londra. Avevo creato un management di assoluta affidabilità proprio per questo, per non dover essere tutti i giorni in Italia. Management di cui mi fidavo ciecamente - ha concluso -".
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