Il rapporto con i tanti e prestigiosi tecnici che ha avuto l'onore di incrociare nella sua carriera, conditi da gustosi aneddoti di spogliatoio legati al suo intenso e brillante percorso agonistico. L'ex centrale difensivo di Palermo, Trapani e Catania, Christian Terlizzi, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista esclusiva alla redazione di Mediagol.it.
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Terlizzi-Mediagol; “Guidolin da top club, Simeone più motivatore che stratega. All’Inter di Mancini, Figo e Adriano…”
L'intervista esclusiva concessa da Christian Terlizzi, ex difensore di Sampdoria e Palermo, alla redazione di Mediagol.it
"L'allenatore che mi ha lasciato di più in carriera? Domanda non semplice, tra gli altri a Palermo sono stato guidato da Francesco Guidolin. L'altra sera guardavo una partita in tv insieme ai miei figli, lui era nelle vesti di commentatore tecnico. Dicevo ai miei figli che straordinario allenatore è stato, ed è ancora, nel corso della sua carriera il tecnico veneto. Un grande allenatore dal punto di vista della competenza e della preparazione tecnico-tattica, che però peccava in qualcosa dal punto di vista relazionale con i calciatori: ricordo che abbiamo avuto degli scontri anche aspri, dato che i nostri sono due caratteri opposti. Nella maggior parte dei casi parliamo di scontri positivi e costruttivi sia per l'uno che per l'altro, Guidolin avrebbe meritato una carriera ancor più prestigiosa e magari allenare un club di prima fascia. Mihajlovic ha un modo di rapportarsi totalmente diverso con i suoi giocatori e ricordo quando lo ebbi nell'esperienza a Catania, aveva un secondo complementare e bravissimo nella gestione come Dario Marcolin e i due si compensavano. Simeone è un grande allenatore e motivatore, un profilo carismatico e dalla grande personalità che tatticamente ha qualcosa in meno rispetto agli altri. Ho sempre creduto che avrebbe potuto avere una carriera di così grande spessore, la bravura di un allenatore è anche quello di confrontarsi con i campioni e di conseguenza avere un carisma tale da gestire al meglio i top player della squadra. Ricordo che quando Mihajlovic era il secondo di Mancini all'Inter, dopo le poche partite che persero i nerazzurri in quelle annate l'attuale c.t. dell'Italia aveva il carisma di lasciare fuori un campione nella domenica successiva se non lo vedeva realmente in condizione di fare la differenza. Lì, ci raccontava Sinisa, bisognava gestire le insofferenze di campioni come Figo e Adriano che bussavano in spogliatoio pretendendo di giocare subito la successiva gara dopo un'esclusione dall'undici iniziale con annessa sconfitta. Mancini aveva la personalità per non farsi condizionare in alcun modo e lasciarli in panchina anche la settimana successiva se lo riteneva funzionale alle esigenze della squadra. Corini? Con Eugenio ho un rapporto davvero speciale, parliamo di una persona davvero magnifica che mi ha dato tanti consigli nel corso del tempo che io ingenuamente non ho ascoltato e di questo mi sono pentito. Ha avuto la sfortuna di trovare un presidente un po' bizzarro e umorale come Massimo Cellino che aveva già in testa l'idea di far sedere in panchina Diego Lopez che ha avuto a Cagliari sia da giocatore che da allenatore. Non ha potuto procedere prima perché l'uruguaiano era vincolato con il Penarol e ha dovuto per forza di cose proseguire con Corini. Il "Genio" è stato anche sfortunato perché a Brescia ha fatto davvero un ottimo lavoro e perso partite senza meritarlo, ma anche lui sapeva che il suo futuro sarebbe stato lontano dalle Rondinelle".
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