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Inter, Marotta: “Non sempre chi spende vince. Hakimi? Cessione dolorosa”

Inter, Marotta: “Non sempre chi spende vince. Hakimi? Cessione dolorosa”

Ecco le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa da Beppe Marotta, amministratore delegato dell'Inter

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"Sono state fatte scelte dolorose: abbiamo dovuto cedere Hakimi che era un asset importante ma l'abbiamo fatto per garantire continuità". Lo ha detto Beppe Marotta, intervenuto in conferenza stampa prima della presentazione del nuovo tecnico Simone Inzaghi. L'amministratore delegato dell'Inter è tornato a parlare della cessione di Achraf Hakimi al Paris Saint-Germain, con il club nerazzurro che ha incassato 60 milioni di euro di parte fissa, ai quali vanno aggiunti eventuali otto milioni di bonus facilmente raggiungibili e altri tre di più complicata realizzazione.

"Di sicuro l'Inter vuole continuare a centrare il numero più alto possibile di obiettivi sportivi ma deve farlo attraverso quelli che sono gli intenti della proprietà e nel rispetto degli equilibri patrimoniali, economici e finanziari del club. Io, Piero Ausilio, Dario Baccin e Alessandro Antonello abbiamo il compito di allestire una squadra il più importante e competitiva possibile nel rispetto di questi equilibri. Dobbiamo fare di ogni necessità virtù. Non sempre vale l'equazione per cui chi più spende, più vince. Io sono un fautore di competenza e passione come valori che possono contraddistinguere il percorso di una società come la nostra. Ci sono difficoltà e contrazioni che tutte le società di calcio hanno patito dal punto di vista economico", ha proseguito.

Marotta ha poi definito "inquietante" lo scenario che attende il mondo del calcio. "Riserverà ancora situazioni spiacevoli; serviranno ancora diversi miliardi di euro, che dovranno essere assolutamente messi a disposizione da parte degli azionisti o in termini di equity o di finanziamenti avuti da terze entità. Ci tengo a sottolineare che la nostra proprietà da quando è a capo dell'Inter ha profuso circa 700 milioni di euro per assicurare solidità e continuità. Oggi la situazione è cambiata. L'economia mondiale è in piena contrazione, anche quella del calcio ne paga le conseguenze e quindi è inspiegabile come si possa arrivare a chiedere ulteriori innesti finanziari alla proprietà", ha concluso.

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