L'Inter non si è solo divorata il gol nel match di 'San Siro' contro la Fiorentina, si è anche cacciata nel tornado Champions, che adesso vede ben 6 squadre, raggruppate in undici punti con soli tre posti a disposizione, per partecipare alla prossima fase a gironi della massima competizione europea. I quarti di Champions League e la semifinale di Coppa Italia centrati non sembrerebbero soddisfare a pieno la dirigenza nerazzurra, che valuta l'operato di Simone Inzaghi come insufficiente. L'obiettivo acclarato ai nastri di partenza era lo scudetto, oggi sono ventuno punti di distacco dal primato e dieci sconfitte rimediate in Serie A. Punti al quanto ingiustificabili per una società come quella meneghina, con una delle squadre più attrezzate della categoria.
IL PUNTO
Inter, Inzaghi verso il capolinea: Benfica spartiacque, Chivu pronto al subentro
Il doppio confronto con il Benfica sarà uno spartiacque dal non sottovalutare verso il finale di stagione. Accedere alle semifinali di Champions League darebbe un altro sapore all'annata nerazzurra, oltre che il doppio derby d'Italia contro la Juventus in Coppa. Altra sfida pesante, che darà ulteriori valutazioni importanti. In caso di risultati negativi, si potrebbe valutare anche in corsa il cambio in panchina, con Christian Chivu pronto al subentro. L'ex calciatore rumeno, ad oggi è alla guida della primavera dell'Inter, con la quale non sta di certo sorprendendo, al netto del decimo posto occupato nel campionato principale giovanile nazionale.
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L'Inter, sfuggito il treno scudetto, è una squadra che mostra una resa incondizionata da troppo tempo, all'insegna del disorientamento e della rassegnata frustrazione dimostrata nelle partite di campionato. Situazione che suggerisce una considerazione piuttosto ovvia. Ovvero la totale mancanza di connessione con il proprio allenatore. La cui autorevolezza ed il cui ascendente nella mente e nell'anima dei calciatori sono stati progressivamente danneggiati da un processo di delegittimazione professionale costante ed inesorabile. Inzaghi di questo è anche colpevole. Compiendo errori strategici, in sede di preparazione dei match ed a gara in corso, decisivi ai fini del risultato, non riuscendo a gestire pressioni e turnazione dei singoli, oltre che motivazionali. Mancando soprattutto in sede di comunicazione, nella quale mira a giustificazioni e difese personali, a tratti ingiustificabili al netto dei risultati conseguiti dalla sua squadra e prestazioni proposte sul rettangolo verde.
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