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Inter, Cicinho svela il segreto di Adriano: “Non si è mai sentito ‘Imperatore’, pensava di essere normale”

LEIPZIG, GERMANY - JUNE 12:  Adriano and Cicinho of Brazil celebrate the first goal during the FIFA Confederations Cup 2005 Match between Brazil and Greece on June 16, 2005 in Leipzig, Germany.  (Photo by Christian Fischer/Bongarts/Getty Images)

L'ex difensore della Roma ha raccontato alcuni retroscena legati alla carriera di Adriano, suo connazionale ed ex compagno di squadra

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Una carriera che poteva essere molto più splendente.

Nel primo decennio degli anni 2000, un giovane attaccante brasiliano con la maglia numero 10 seminava il panico tra tutte le difese della Serie A trascinando la sua Inter verso la vittoria del campionato e della Coppa Italia, rendendo il suo nome noto a tutti gli appassionati di calcio in giro per il mondo. Adriano Leite Ribeiro, passato alla storia come "L'Imperatore", poteva senza dubbio essere uno dei giocatori migliori del calcio moderno, ma a causa di alcune controversie e una forma fisica non sempre ottimale, non riuscì mai a mantenere il livello mostrato con la maglia nerazzurra.

Nonostante sia stato uno dei motivi legati alla sua grande fama, tuttavia il soprannome "L'Imperatore" sembrava non essere molto apprezzato da Adriano, come rivelato da Cicinho (suo connazionale e compagno di squadra durante la breve parentesi di entrambi alla Roma nel 2010) durante un'intervista ai microfoni di ESPN. Queste le dichiarazioni dell'ex difensore giallorosso:

"Ciò che mi ha colpito di più di Adriano è stato il fatto che pensava di essere un ragazzo normale. Aveva in mente che era nato a Vila Cruzeiro ed era diventato ‘l’Imperatore’, ma che, nella sua mente, poteva camminare scalzo per la strada. Questo soprannome gli è stato messo addosso dalla gente, dalla stampa… Ma non si è mai sentito così. Pensava di essere una persona normale. Non ha accettato questa visione delle persone in relazione a lui. Adriano mi ha sempre detto che aveva bisogno di stare con i suoi amici d’infanzia, nella favela in cui era nato, perché lì era solo Didico, solo un ragazzo normale tra tanti altri. Adriano preferisce stare con i suoi amici, con la sua famiglia e lontano dal clamore. Non si vedeva come ‘Imperatore’, ma come ‘Adriano da Vila Cruzeiro’. Dio gli ha dato il dono di giocare a calcio per far uscire la sua famiglia dalla favela, ma ciò non significa volesse abbandonare le persone con cui è cresciuto. E non l’ha mai fatto. È un ragazzo che non è stato influenzato dalla fama. E questo è degno di tutti gli elogi