La parola a Cristiano Biraghi.
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Inter, Biraghi: “Io e la mia famiglia per fortuna stiamo bene. Sogni? Vi dico quali sono”
Le dicharazioni di Cristiano Biraghi, esterno sinistro dell'Inter, su vari aspetti della propria carriera, tra gioie, dolori e sogni
L'esterno sinistro dell'Inter, intervenuto presso i canali social ufficiali del club nerazzurro, ha risposto alle domande dei tifosi trattando diverse tematiche, dall'isolamento per via dell'emergenza Coronavirus fino agli obbiettivi futuri che gli piacerebbe raggiungere con la propria squadra del cure: "Come sto? Bene dai, per fortuna in famiglia stiamo tutti bene. Un momento difficile per tutti quanti, normale che il pensiero vada alle famiglie colpite e alle persone che stanno lavorando per mettere un fermo a questo virus. Sicuramente nella negatività, una delle poche cose positive è che si passa molto tempo in famiglia, riscoprendo le cose che prima non si facevano più come le lunghe conversazioni con parenti e amici. Si cucina, si pulisce casa e si riflette in generale sulla vita che ti fa dimenticare le cose più belle e semplici. La sveglia avendo le bambine suona presto. Ci si divide i compiti di casa, faccio giocare le mie figlie infondendo loro serenità. Il club ci ha fatto recapitare le strutture per allenarci che aiutano pure a sfogarsi. Difficile stare dentro casa e non uscire quasi mai. Mi son tagliato i capelli e la barba da solo (ride, ndr). Non ne sono molto capace, non viene bene come dal barbiere, ma provo a tenermi sistemato”.
MOMENTO MIGLIORE - "L’esordio stagionale il gol in Europa League. Peccato per l’assenza dei tifosi a San Siro, non dico che sia stata una gioia a metà, ma non è lo stesso. I tifosi interisti li conosco perché sono uno di loro: un popolo capace di soffrire, ma anche di gioire all’ennesima potenza quando si vince qualcosa come il triplete. Quando potevo andavo sempre allo stadio, poi da quando ho iniziato a giocare la seguivo più dalla tv".
COMPAGNI DI SQUADRA - "Devo dire che il gruppo molto sano, genuino e solido. Grazie questo a chi è all’Inter da più tempo come Handanovic e Ranocchia. Trasmettono cosa vuol dire indossare questa maglia. Con Bastoni e Barella spesso andiamo agli allenamento insieme, le nostre mogli sono amiche. In generale ho un bel rapporto con tutti”.
SCOMPARSA ASTORI - "Un momento difficile della mia vita, ma anche di quelle degli altri compagni. Penso di essere maturato molto mentalmente. Una cosa così ti cambia, guardi la vita in modo diverso, pensi che in campo bisogna lottare anche per Davide. Un evento davvero tragico, spesso sento anche i fratelli, con la sua famiglia. Cerco di parlarne meno possibile perché la ferita resta aperta”.
SOGNI - "Vincere con i colori nerazzurri. Ogni volta che entro ad Appiano è un sogno, da bambino volevo stare lì, aspettavo i giocatori per fare foto e autografi. Non si può descrivere quanta passione c’è. Per questa maglia gioco da tifoso, prima che da calciatore. Sono nato con la maglia dell’Inter che mio papà mi fece indossare appena nato”.
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