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Inter, a tutto Zanetti: “Il Triplete, il mio ritiro e la carriera da dirigente. Non voglio essere una figurina”

Il vicepresidente dell'Inter ha ricordato la stagione in cui ha conquistato il Triplete con la maglia nerazzurra

Mediagol52

Il ricordo di Javier Zanetti.

Durante una diretta Instagram sul profilo di Ivan Cordoba, l'ex capitano e attuale vicepresidente dell'Inter, Javier Zanetti, ha ricordato la storica stagione 2009/2010 al termine della quale ha conquistato il Triplete vincendo il campionato di Serie ACoppa Italia e la Champions League. Queste le sue dichiarazioni:

"Dieci anni fa eravamo tutti a Siena per giocare una partita difficilissima che ci ha permesso di vincere uno Scudetto. È stato un trofeo sudato perché la Roma ha lottato con noi fino alla fine. Mi ricordo che stavamo vincendo, mancavano tre minuti e il terzino del SienaRosi ha fatto un cross in area, il nostro cuore si è fermato, ho guardato Maicon e Julio Cesar, eravamo tutti bianchi dalla paura. Mourinho era un grande condottiero e voleva che tutti contribuissimo in una certa maniera. Ognuno di noi dava il massimo per l’altro, in settimana. Si respirava quest’aria che qualcosa di importante in quell’annata lì poteva arrivare. Prima di essere bravi giocatori eravamo uomini, si era formato un gruppo incredibile. Si litigava, ma si guardava sempre avanti perché il nostro obiettivo era arrivare fino in fondo in tutte le competizioni. Con il Cuchu parlavamo dell’asado che facevamo ogni settimana, era un modo di stare insieme. Diciamo che Walter lo faceva molto bene… In questa quarantena l’ho cucinato spesso e ho sorpreso la famiglia, sembra che tutti i piatti che ho preparato siano piaciuti. Champions? È stata un’impresa compiuta da un grandissimo gruppo, vedere i tifosi felici è stata la cosa più bella. Tornare in Italia con San Siro strapieno e la coppa dalle grandi orecchie… è stata una cosa fantastica".

Zanetti ha poi ricordato il momento del suo ritiro: "Mi sono passati davanti tutti i 20 anni che avevo giocato con l’Inter, sono emozioni indescrivibili. Anche i momenti di difficoltà ci hanno fatto diventare forti e ci hanno permesso di regalare gioie ai nostri tifosi".

Infine sulla sua carriera da dirigente: "Ci vuole un po’ di tempo e grande umiltà per capire che è finita la carriera da calciatore e che ne inizia un’altra, dipende tutto da te. Ringrazio la società che mi ha dato questo incarico di vice presidente, sono fiero, orgoglioso, ma so che è una grande responsabilità ed essendo tale dovevo prepararmi, ho iniziato a studiare allaBocconi perché si riparte da zero. Quello che hai fatto in campo resta, ma quello che fai fuori te lo devi guadagnare. La cosa che per me è importante è non essere legato solo alla parte sportiva, io voglio avere una visione a 360°. Mi piace lavorare in squadra, lavoro bene sulla parte sportiva con Marotta e Ausilio, ma c’è anche altro, la valorizzazione del brand a livello internazionale, la UEFA, la FIFA. Se possono fare anche quello sono contento, è stata una scelta gratificante e tutti i giorni imparo qualcosa da chi ha più esperienza di me. Cerco sempre di rendermi utile, sono una persona legata all’Inter con dei valori ben precisi, che fanno parte del DNA nerazzurro. Non voglio essere una figurina, quello che mi sono guadagnato in questi anni l’ho ottenuto perché ho studiato. Lavorare in squadra con altre persone penso che sia la cosa più bella che ci sia. Quando arrivano i risultati siamo tutti felici. Ora faccio parte di una squadra fuori dal campo che deve essere altrettanto preparata. Sono contentissimo. Il calcio è cambiato, ma penso che questo cambiamento al quale ci dobbiamo adattare ti fa imparare tanto. Sono in una fase che mi piace tanto, mi piace scoprire, occuparmi di progetti anche extra campo. Per due anni ho girato tutto il mondo per promuovere il brand. Mi sono reso conto che c’è tantissimo da fare per far crescere una società che ha già una mentalità incredibile".