La "minaccia" dell'Inter.
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Coppa Italia, Paolillo sulla “minaccia” dell’Inter: “Primavera contro il Napoli? Sarebbe offensivo”
L'ex amministratore delegato dell'Inter, Ernesto Paolillo, ha commentato il gesto dei nerazzurri che hanno minacciato di schierare la Primavera contro il Napoli
La Serie A non è ancora ripartita ma sono già scoppiate le prime dure polemiche da parte di alcuni club, relative alla gestione dei calendari. Negli ultimi giorni vi è stata una dura protesta dell'Inter, dovuta alla decisione della Lega A di terminare la Coppa Italia prima di giorno 20 giugno , data in cui dovrebbe ripartire ufficialmente il campionato. Per cercare di non sovrapporre le sfide, la Lega ha infatti deliberato di concludere la coppa entro il 17 giugno (data in cui è prevista la finale) e giocando dunque il ritorno delle semifinali il 12 e il 13.
I nerazzurri avevano chiesto alla Juventus e al Milan di scambiare le date delle due partite, ricevendo però un secco no da parte di entrambe le società. Per la dirigenza interista, la scelta di giocare così tante partite in così breve tempo andrebbe contro la volontà di far iniziare il campionato in modo graduale visti i quasi tre mesi di stop causati dall'emergenza Coronavirus.
Stando a quanto riportato dal Corriere dello Sport, l'Inter starebbe dunque pensando, per una forma di protesta contro la Lega, di mandare in campo contro il Napoli tutta la formazione Primavera: un gesto incredibile che ricalcherebbe le orme di quella famosissima sfida contro la Juventus del 1961, terminata 9 a 1 in favore dei bianconeri proprio perché i nerazzurri avevano deciso di protestare contro la CAF schierando solo giocatori del settore giovanile.
A commentare tale assurda ipotesi è intervenuto Ernesto Paolillo, ex amministratore delegato dell'Inter, che ha espresso la sua opinione in merito alla questione durante un'intervista ai microfoni di Radio Punto Nuovo. Queste le sue dichiarazioni:
"La partita contro il Napoli? Non schiererei la Primavera, sarebbe offensivo. Non schiererei la squadra, punto e basta, il che avrebbe un senso completamente diverso. Il calcio italiano per riformarsi avrebbe bisogno di uno shock".
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