serie a

Verona, Pazzini: “Vi racconto i gol a Juventus e Real Madrid. Ecco come è nata la mia esultanza”

L'attaccante dell'Hellas Verona ha espresso la sua opinione in merito alla possibilità di ritornare a giocare a porte chiuse

Mediagol52

Il pensiero di Giampaolo Pazzini.

La Lega A sta iniziando ad organizzarsi in vista della ripresa degli allenamenti che al momento, al netto di improvvisi cambiamenti o peggioramenti della situazione, sarebbe fissata per il 4 maggio, data in cui l'Italia dovrebbe entrare nella cosiddetta "fase 2" dell'emergenza COVID-19.

Durante una diretta Instagram insieme a Mitchell Poletti, capitano della Tezenis Scaligera Basket, Giampaolo Pazzini ha espresso la sua opinione in merito alla possibilità di ritornare in campo giocando a porte chiuse per salvaguardare la salute dei giocatori e dei tifosi: "Non sappiamo ancora niente, ogni giorno ne leggiamo una diversa" - ha detto il capitano dell'Hellas Verona - "Le ultime cose che ho letto mi sembrano tutto tranne che calcio: a tutti noi manca il campo, il calcio, ma il calcio vero, con gli stadi pieni. In questo momento faccio anche fatica a pensare al calcio, con tutti i nuovi contagiati e i deceduti. Come disse Ancelotti, il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti. Conosco persone che hanno perso dei cari, fai davvero fatica a parlare di calcio. Giocare a porte chiuse è una cosa oscena, è veramente brutto. Non è sport".

Il Pazzo ha poi ricordato la rete realizzata contro la Juventus in occasione della splendida vittoria in rimonta del Verona in campionato: "Segnare un gol come quello è pazzesco. È uno dei motivi per cui un bambino inizia a giocare a calcio. È una sensazione che non si affievolisce, anzi in quella situazione non capisci più niente. C'è poi stata l'attesa del VAR, sei sotto gli occhi di tutti: se segni hai fatto quasi il tuo lavoro, altrimenti... Segnare in casa è bellissimo, in quella partita lo è stato ancora di più. Ho spesso avuto la qualità di entrare bene in partita, poi c'è un rapporto incredibile con il pubblico. Questa cosa, oltre a me, la percepisce anche la squadra. È una cosa diversa: basta una sponda, una punizione, che tutta l'inerzia viene dalla nostra parte. Magari chi vede la partita non lo percepisce, ma se sei in campo lo senti".

Uno dei momenti più belli della sua carriera è stato senza dubbio il suo gol contro il Real Madrid, durante la sua parentesi in Spagna con la maglia del Levante: "Una serata fantastica. Era un periodo particolare, dovetti andar via da Verona. Segnare due giorni dopo, con il Real Madrid, è stato veramente bello. Poi segnare contro di loro non capita tutti i giorni. Ci ero già riuscito, ma in amichevole, con il Milan. Riuscire a farlo in una partita come quella è stata tanta roba".

Infine Pazzini ha raccontato come è nata la sua celebre esultanza, che ha lo ha accompagnato lungo tutta la sua carriera: "Nacque quando giocavo a Firenze con Toni, che faceva sempre quel gesto come a dire 'ci senti?'. Iniziai ad esultare in quel modo, che doveva significare 'Ci vedi?'. E da lì è andata avanti".