Cristian Romero rivela tutti i suoi sogni.
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Genoa, Romero: “La Juventus il mio sogno, ma penso ai rossoblù. Ecco cosa desidero…”
Il difensore del Genoa Cristian Romero si racconta a trecentosessanta gradi e parla del suo futuro alla Juventus
Il difensore del Genoa, in un’intervista concessa al ‘Corriere dello Sport', si è raccontato a trecentosessanta gradi ammettendo di avere in programma di realizzare nella sua carriera alcuni suoi desideri: “Ho un tatuaggio con la scritta “Credo nei miei sogni”. Un mio amico ha la stessa frase in inglese, mentre io l’ho voluta in italiano. Perché in italiano? Forse era destino... Da ragazzo volevo diventare un calciatore professionista e ci sono riuscito. Adesso sogno di giocare in Champions League in uno dei 4 club più importanti al mondo: la Juventus, il Real Madrid, il Barcellona o il Manchester United. E poi di far parte della Seleccion argentina, anche se so che è difficile perché lì c’è Otamendi, uno dei migliori al mondo”.
Uno di questi, però, sembra averlo già realizzato. La Juventus ha infatti messo gli occhi su di lui e lo ha ‘prenotato’ per il futuro, anche se non è chiaro se il giocatore si trasferirà ai bianconeri in estate oppure verrà lasciato crescere ancora una stagione ai rossoblù: “Non lo so... Io non mi occupo di mercato e il mio primo pensiero è il Genova. Al termine del campionato mancano tante partite e voglio continuare a giocare così, poi parlerò con dirigenti e con il mio agente. Il mio rappresentante mi darà una mano a prendere la miglior decisione. Io voglio giocare, crescere e migliorare. Qui al Genoa sto bene e per ora penso solo ai rossoblù. Il rinnovo? Sono felice, è una dimostrazione di grande fiducia e adesso sta a me confermarmi sul campo. Rinnovo a parte, qua mi hanno trattato bene fin dal primo giorno: mi hanno voluto, curato e dato tante dimostrazioni d’affetto”.
Il destino del ventenne argentino, tuttavia, sembra indissolubilmente legato al club di Torino, contro cui ha esordito in Serie A quest’anno: “Mi ricordo la settimana prima dell’incontro: Juric mi aveva provato titolare, ma mi disse che non ero pronto per scendere in campo dall’inizio. Lo fece perché non voleva che l’emozione e la tensione mi consumassero, ma quando annunciò la formazione titolare, c’ero. Fu un’emozione fortissima: in testa mi iniziarono a passare mille cose ed ero davvero felice”.
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