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Frosinone, Boloca: “Ora sogno l’azzurro. Serie A? Abbiamo tutto per farcela”

Italia
Le parole del centrocampista del Frosinone, reduce dallo stage azzurro

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"Ho sempre ragionato giorno dopo giorno, cercando di migliorarmi, concentrandomi su quello che devo fare. Non mi sono mai posto grandi aspettative, credo che questo momento sia dovuto al mio lavoro e al fatto che Angelozzi abbia creduto in me". Lo ha detto Daniel Boloca, intervistato ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport". Dopo la gavetta nei dilettanti, il centrocampista 1998 è tra gli uomini copertina della squadra che al momento occupa il primo posto della classifica di Serie B: il Frosinone. Conquistando anche la chiamata del commissario tecnico della Nazionale italiana Roberto Mancini per lo stage azzurro.

"All’inizio è stata difficile. In B il ritmo è alto e ho patito. Cambiano i tempi di stop e passaggio, bisogna vedere prima la giocata: l’ho capito e so che posso fare molto di più. Com'è stato lo stage con Mancini? Bellissimo. La Romania ha avuto fiducia in me prima: non potevo dire di no alla convocazione, dovevo rendere orgogliosi i miei genitori. Ma non so la lingua, mi sentivo a disagio. Il mio desiderio è l’Italia, sono nato in Italia e ho sempre vissuto qui. Se Mancini mi richiama, io ci sono", le sue parole.

OBIETTIVI -"Se il Frosinone può andare in Serie A? Per come siamo affiatati e per il livello della rosa abbiamo tutto per farcela. Andiamo forte e nella stessa direzione. Si dice che non credo nei miei mezzi? Forse sì. Dovrei avere più consapevolezza sottoporta. Devo fare qualche gol in più, magari imparando da Rohden che nel mio ruolo fa più gol. Ho sempre saputo che dovevo migliorarmi, allo Spezia vedevo Ricci, Mastinu e Bartolomei e capivo che mi dovevo impegnare. Mio padre alle 6 andava in fabbrica, faceva altri lavori e mi portava agli allenamenti. Vedevo i suoi sacrifici e capivo che dovevo farli anche io".

GLI INIZI - "Perché ha fatto le giovanili sia del Toro che della Juve? Destino. La prima squadra è stata il Leo Chieri, a 9 anni ho fatto tre gol nel derby contro il Chieri e sono andato al Toro. Mi portava tutti i giorni mio padre, mentre mio fratello l’anno dopo è andato alla Juve e mio padre propose anche me. Sono rimasto sei anni, fino gli Allievi nazionali: giocavo con Kean. Dalla Juve a Presov? Volevo mettermi in gioco. Lo rifarei, ho imparato tantissimo: vivevo da solo, sono diventato grande in fretta".

DALLA D ALLO SPEZIA -"Romanese, Pro Sesto, Francavilla e poi Fossano, l’unica squadra dove sono arrivato in estate e ho potuto fare la preparazione, che è fondamentale: ringrazio ancora mister Viassi. Lo Spezia mi scoprì a Fossano e ho firmato un precontratto, sono rimasto l’estate del 2020 ad allenarmi con loro. Dopo la promozione però lo Spezia non fece il contratto, Angelozzi andò via e mi promise che mi avrebbe portato con lui. Così è stato", ha concluso l'italo-romeno.

 

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