Delio Rossi e la trattativa col Foggia.
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Foggia, i retroscena di Delio Rossi: “Nember non mi ha fatto sapere più nulla. Qualcuno non mi ha voluto…”
L'esperto ex tecnico di Palermo e Bologna racconta i dettagli della trattativa, poi sfumata, con il club pugliese
Sembrava un matrimonio pronto a farsi ma tutto è saltato all'ultimo. Delio Rossi è rimasto senza panchina e a guidare i pugliesi adesso c'è Pasquale Padalino (manca ufficialità). Contatti e incontri, ma alla fine non si è fatto nulla. Intervistato da Il Corriere dello Sport, l'ex tecnico di Palermo e Bologna ha raccontato: "Martedì scorso mi ha chiamato Nember, mi ha detto che voleva fare una chiacchierata e ho accettato. Dopo un paio d’ore mi ha telefonato la proprietà dicendomi che gli avrebbe fatto piacere incontrarsi a Foggia. Allorché ho preso la macchina e sono sceso da Roma. Abbiamo parlato e mi hanno chiesto se me la sentivo di accettare. Poi per definire la trattativa e parlare di questioni tecniche riguardanti la squadra mi hanno mandato a cena con il direttore sportivo".
Il motivo del mancato accordo resta ignoto, ma di certo non è stato un problema economico: "Non penso. Nel momento stesso in cui decido mettermi a sedere e a parlare con il Foggia è perché voglio mettermi a disposizione: l’ultimo problema sono i soldi, altrimenti avrei declinato a priori. Impossibile pensare che l’accordo sia saltato per questioni economiche. Se non sono sulla panchina del Foggia è perché qualcuno non mi ci ha voluto, non certo per colpa mia. Io avevo proposto di firmare solo per 6 mesi, senza opzione. Pensavo di essere io il profilo di tecnico che cercavano. Nember mi avrebbe dovuto far sapere dopo aver aggiornato la proprietà, cosa che non è accaduta. sono ritornato a Roma. Poi giovedì ho inviato alla società il mio in bocca al lupo per la partita, sabato ci siamo risentiti e abbiamo ripercorso l’intera vicenda".
Delio Rossi sarebbe ritornato a Foggia con estremo piacere: "Tornare a casa. Quando mi hanno chiamato non potevo dire di no. Ho allenato tante squadre, ma tifo solo per il Foggia. Una città che mi ha visto crescere come professionista, come uomo. Lì ho conosciuto mia moglie e sono nati i miei figli. Mi dispiace non allenare i rossoneri, ma i miei sentimenti non sono cambiati. Padalino? Non entro nel merito, non è corretto. Conosco Padalino, è una persona seria, meritevole e sono convinto che farà un ottimo lavoro. Gli faccio i miei migliori auguri. Poi, è foggiano e avrà tante motivazioni".
Infine, l'allenatore classe 1960 si è soffermato sull'attuale momento della squadra pugliese: "Una squadra forse in un momento di difficoltà, ma con dei valori. Tecnicamente ci sono calciatori importanti come Mazzeo, Iemmello, Kragl e Deli. Agnelli è il leader, gioca con fede. Camporese è un giocatore valido e lo sta dimostrando. Lo feci esordire in A con la Fiorentina, ora purtroppo s’è infortunato. Grassadonia? Di solito quando c’è un esonero il fallimento è di tutti. Mi è dispiaciuto, lo conosco come ragazzo e so che lavora bene e che avrà fatto di tutto affinché le cose andassero per il meglio. Purtroppo ci sono tante dinamiche, a volte puoi metterci anche l’impegno massimo ma magari non ottieni quello che speravi".
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