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Kurtic: “Dalla fabbrica al Palermo. Ilicic e Dybala due fenomeni”. E su Zamparini…
Dall'incredulità di una sconfitta a brucia pelo rimediata al 94' dopo una partita gagliarda a una nuova giovinezza. Jasmin Kurtic è attualmente il capocannoniere del Paok Salonicco, 13 gol in 16 partite in Grecia. L'ex calciatore di Palermo e Atalanta non dimentica lo scorso 17 aprile quando, in una manciata di minuti, il suo Parma buttò al vento le ultime chance di salvezza in Serie A sul campo del Cagliari. Da 2-3 a 4-3 nel giro dei minuti di recupero: prima Pereiro, poi Cerri a mandare in frantumi una partita in cui la formazione allora allenata da Roberto D'Aversa mise davvero tutto quello che aveva sul campo. "Non volevo andare negli spogliatoi. Non ce la facevo", ha affermato Kurtic a "Cronache di Spogliatoio". Affranto e seduto sul prato dell'Unipol Domus di Cagliari gli si avvicinò l'ex compagno di squadra in rosanero Joao Pedro. "Con un filo gli voce gli chiesi se fosse possibile una roba così. Perché a noi, perché al Parma, perché in quel modo. Era destino, allora. E lui mi consolò. Un gesto da amico, non l’ho dimenticato", ha sottolineato Kurtic.
"Il segreto è il lavoro, stop. Solo questo. Nessun volo pindarico, nessun merito particolare. Conta solo la squadra. Di greco non capisco una parola, ma il concetto è quello. Ho fiducia in ciò che faccio. Avevo qualche proposta dall’Italia, non era facile lasciare dopo dieci anni. Qui c’è una passione infinita, i tifosi sono enormi e ti spingono a vincere. Ho 33 anni, vivo al mare, quando tira vento fa freddo, ma Salonicco mi ricorda Napoli. Anche per come la gente vive il calcio", ha dichiarato l'ex centrocampista del Parma. Il Paok è attualmente secondo in classifica a meno nove punti dall’Olympiacos e negli ultimi sei match Jasmin ha realizzato ben nove reti.
Kurtic a 18 anni lavorava in fabbrica: "Mi alzavo alle 5 e mezza, stavo lì fino alle 14, poi pranzo al volo e via agli allenamenti. L’ho fatto per qualche anno, non pensavo che sarei diventato calciatore. Avevo un contratto a tempo indeterminato e giochicchiavo al Bela Krajina, la squadra del mio Paese, pensavo fosse quella la mia vita. Il mio destino. Andiamo a giocare un torneo in Austria, c’erano decine di squadre e osservatori. Vinco il premio di miglior giocatore, così mi si avvicina un agente. ‘Ho un po’ di giri in Europa’, dice. ‘Tu lo vuoi fare il calciatore?". Il classe 1989 non vedeva l'ora di poter dimostrare il suo valore e non esitò neanche un momento: "Ho il fuoco dentro, sono pronto a mollare tutto e a seguirlo ovunque, mi bastava una chance. Torno a casa e aspetto una chiamata. Nel frattempo lavoro ovviamente, non potevo lasciar perdere. Passa un mese e non si fa sentire, così inizio a scrivergli io per sapere novità. Dopo altri sei mesi non arrivano notizie e resto deluso, non volevo più saperne, finché l’allenatore del Bela mi dice che forse ha una squadra per me, il Nuova Gorizia. Andai in macchina da solo. Dopo due mesi lì mi chiama il Palermo. All’inizio pensavo fosse uno scherzo, dissi al mio agente di non prendermi in giro, ma era tutto vero. Ricordo il viaggio in macchina da Crnomelj a Gorizia, tre ore buone, in cui mi è passata davanti tutta la vita. Sì, ce l’avevo fatta. E ancora oggi mi vengono i brividi", ha raccontato fiero Kurtic a Cronache.
Jasmin arrivò in Italia a 22 anni, gennaio 2011. Un Palermo di talenti: "Miccoli, Pastore, Balzaretti, il mio amico Ilicic. Un fenomeno. Lui è così, se becca la giornata giusta vince da solo. Il primo anno gioco poco, poi vado in prestito a Varese e torno nel 2012-13, la stagione della retrocessione. Ricordo Dybala però, altro ingiocabile. In allenamento si divertiva con pallonetti, tunnel, giocate di suola. In ritiro io e Josip eravamo seduti vicino in panchina, amichevole di inizio stagione, Paulo segna un gol assurdo e ci guardiamo in faccia stupiti: ‘Vabbè dai, ma questo è di un altro pianeta". Flash su Zamparini poi: "Dopo aver preso 7 gol dall’Udinese in casa trovammo il centro sportivo pieno di fazzoletti bianchi con scritto il risultato. Ne aveva lasciato uno per ciascuno di noi, appeso all’armadietto nello spogliatoio. Fu una sconfitta devastante", ha concluso Jasmin Kurtic.
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