"Non sono un eroe. Ho fatto solo quello che dovevo fare, senza pensarci, come avrebbe fatto chiunque altro". Lo ha detto Simon Kjaer. Era il minuto 43 del primo tempo di Danimarca-Finlandia, sfida di Euro 2020, quando Christian Eriksen si è accasciato in campo. Nessuno scontro, nessun contrasto di gioco. Freddezza, lucidità, prontezza. Il difensore del Milan è stato il primo a soccorrere il compagno di squadra ed amico, evitando il soffocamento in attesa dei medici che lo hanno poi rianimato.
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Malore Eriksen, Kjaer: “Non sono un eroe, ho salvato Christian restando lucido”
Le dichiarazioni rilasciate da Simon Kjaer, difensore del Milan e della Nazionale danese
"Prima la festa, poi il silenzio. Era un giorno storico per tutti noi danesi, la prima partita dell’Europeo, in casa nostra. Poi è successo quello che è successo. Ho avuto la prontezza di restare lucido, come tutti i miei compagni. È stato un lavoro di squadra, avremmo fatto ovviamente lo stesso se fosse stato un avversario. Tutto qua. L’unica cosa che conta è che Christian ora stia bene. Solo quello è importante", ha dichiarato l'ex Palermo al "Corriere della Sera".
"L’ho fatto senza riflettere. L’istinto mi guidava e ho fatto quello che dovevo, automaticamente. Era la prima volta che mi succedeva, spero sia anche l’ultima. Spero che quell’immagine abbia sensibilizzato sul tema. I medici sono stati bravissimi, sono intervenuti subito, ma di sicuro sapere cosa fare in certi momenti è fondamentale. Può salvare una vita. I tifosi del Milan mi vogliono capitano? Un capitano ce l’abbiamo già e si chiama Romagnoli. Fra noi c’è grande sintonia e sportività. Non m’interessa la fascia. Io do il massimo sempre e comunque", ha concluso Kjaer.
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