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Ucraina, Possanzini e l’incubo della guerra: “Bloccati a Kiev, ora…”

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Le parole del vice del tecnico Roberto De Zerbi, Davide Possanzini, entrambi bloccati a Kiev senza possibilità di rientrare in Italia

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Il presidente russo, Vladimir Putin, ha annunciato attraverso un discorso tv l'autorizzazione a operazioni militari del Donbass. L'invasione russa dell'Ucraina è iniziata al le 4 del mattino, ora italiana. Nelle scorse ore sono state avvertite a Kiev e in altre città. Intervenuto ai microfoni di "Italpress", il vice del tecnico Roberto De Zerbi, Davide Possanzini ha raccontato la sua testimonianza direttamente dalla capitale ucraina, dove lo staff si trova in attesa di istruzioni dall'ambasciata italiana.

“Siamo bloccati a Kiev. Questa notte eravamo nei nostri appartamenti, poi intorno alle 4-5 di mattina abbiamo sentito le esplosioni. Ci siamo subito messi in macchina perché la società ci ha detto di andare in un albergo dove solitamente svolgiamo i ritiri pre partita e adesso siamo in contatto costante con l’ambasciata. Siamo al sicuro, stiamo bene ma ci vuole pazienza. Ci aspettavamo questa situazione ma non di queste dimensioni. Avevamo già prenotato per questo pomeriggio i voli per tornare in Italia ma non ce l’abbiamo fatta, e in Ucraina adesso è chiuso lo spazio aereo. Aspettiamo comunicazioni per cercare di prendere la decisione giusta senza correre rischi. La nostra idea era di prendere la macchina e di arrivare al confine ma sono più di 700 chilometri e non ce l’avremmo fatta con un solo pieno. Ci sono 50km di coda per uscire da Kiev, era impossibile”. 

Sul ritorno posticipato in Italia: “Abbiamo scelto di tornare per senso di dovere e responsabilità verso coloro con cui avevamo preso accordi a inizio della stagione. Nei giorni scorsi ci avevano garantito che non sarebbe successo nulla e invece la situazione è precipitata in quello che sappiamo. Un po’ di responsabilità ce l’avevamo ma per rispettare gli accordi che avevamo intrapreso in passato. La situazione è precipitata nel giro di sei ore, noi volevamo partire nel pomeriggio 3-4 voli e invece è successo tutto prima della partenza. Adesso possiamo solo aspettare. E’ difficile per noi che siamo persone più mature, figuriamoci per loro. Ci sono giovani anche di 18 anni… Ma abbiamo anche giocatori ucraini e per loro è ancora più difficile. Questo conflitto c’è da molto tempo, solo che se ne parla da poco. I brasiliani sono un po’ come noi, stanno aspettando informazioni dalla loro ambasciata. L’importante è che per ora non ci sia nulla di preoccupante. Roberto sta bene, è con noi in albergo naturalmente. Abbiamo preso le valutazioni tutti insieme, e adesso abbiamo bisogno dell’ambasciata per capire cosa fare. Non possiamo prendere iniziativa per uscire dal Paese”.