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Mafia, respinta la richiesta di arresto per l’ex capo ultrà del Palermo Johnny Giordano. Le dichiarazioni dell’avvocato Castronovo

Mafia, respinta la richiesta di arresto per l’ex capo ultrà del Palermo Johnny Giordano. Le dichiarazioni dell’avvocato Castronovo

Dopo il Gip, anche il tribunale del riesame rigetta l'istanza di custodia cautelare per Giordano

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Il Tribunale del riesame di Palermo ha respinto la richiesta di arresto della Procura per l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di Giovanni Giordano, detto Johnny, ex capo delle Brigate Rosanero, gruppo ultras appartenente al tifo organizzato.

Secondo quanto sostenuto dall'impianto accusatorio, l'indagato avrebbe chiesto l'intercessione dei clan mafiosi nella risoluzione di beghe e divergenze tra diverse frange della tifoseria assicurando in cambio una dotazione di biglietti validi per assistere ai match casalinghi della compagine rosanero. Inoltre, Giordano, in passato assunto in qualità di custode dello stadio "Barbera",  secondo la tesi della Procura, avrebbe cercato di ottenere un contatto con l'attuale presidente del Palermo , Dario Mirri, per un'eventuale riassunzione nel nuovo club targato Hera Hora.

Già lo scorso marzo, il Gip, Filippo Serio, aveva respinto la richiesta di custodia cautelare avanzata dai pm, decisione ribadita anche dal Tribunale del riesame che ha respinto l'istanza del Procuratore aggiunto, Salvo De Luca, ed i sostituti Amelia Luise e Luisa Bettiol.

Di seguito le dichiarazioni rilasciate al termine dell'udienza dal legale che ha difeso Johnny Giordano, l'avvocato Giovanni Castronovo.

"Siamo soddisfatti per l'esito di questa udienza con la quale è stata ribadita  l'estraneità di Giordano rispetto ad ogni contesto mafioso, Contestualmente, per rafforzare la difesa,  abbiamo svolto anche delle indagini, che ovviamente non erano state svolte dalla Procura,  per dimostrare in primo luogo che è impossibile che Giordano possa disporre indiscriminatamente di biglietti di accesso allo stadio. Bisogna ricordare che i biglietti sono nominativi e quindi bisognerebbe comunque che corrispondesse il nome della persona indicata nel biglietto con il nominativo. Peraltro, il dato importante è costituito dal fatto che i soggetti pregiudicati, che hanno comunque un Daspo o misure di prevenzione, non possono accedere allo stadio in quanto il terminale del tornello è collegato ad una banca dati delle Forze dell'Ordine. Oggettivamente, è quindi impossibile che possano entrare allo stadio indiscriminatamente anche soggetti malavitosi. Abbiamo anche acquisito delle dichiarazioni da parte di esponenti della società che si occupa del servizio d'ordine degli steward, anche attraverso la  S.I.A.E., che Johnny Giordano, nella stagione 2019-2020, quella in contestazione, aveva la dotazione di venti biglietti per partita per consentire agli iscritti al suo club di entrare e posizionare gli striscioni. Ogni volta che c'erano dei ticket in esubero, venivano restituiti alla società per essere annullati. Abbiamo cdato dimostrazione, partita per partita, del fatto che lui questi ticket li restituiva. Per cui, se li avesse dovuti dare a terze persone, magari malavitosi o legati a cosa nostra, magari non ne avrebbe restituito neanche uno. Inoltre, in merito all'altra vicenda che era oggetto del processo, la richiesta, tramite Giuseppe Bellino, da parte di Johnny Giordano di contattare Mirri per tornare a lavorare nel Palermo Calcio, oltre il contatto tra Giordano e Bellino non c'era il prosieguo, quindi non vi era la certezza  agli atti che vi fosse stato questo aggancio. Noi abbiamo utilizzato proprio una dichiarazione di Mirri resa nel corso di un intervista nell0'ambito della presentazione del nuovo centro sportivo a Torretta, quando gli è stato chiesto se avesse avuto contatto con Giordano, o con qualcuno per conto di Giordano, lui ha risposto candidamente che Giordano lo ha incrociato allo stadio e lo ha visto due o tre volte in vita sua. Nessuno si è mai avvicinato, nerssuno ha mai chiesto, nessuno mai si è fatto sentire per avanzare richieste di lavoro nell'interesse di Giordano. Alla fine, tutti questi elementi hanno dimostrato la sua estreneità, nessun rapporto con cosa nostra, nessun contributo, dato o ricevuto da cosa nostra, perchè adesso due giudici dello Stato Italiano, prima il Gip e poi il Tribunale del riesame, hanno acclarato l'infondatezza delle prospettazioni accusatorie.  Siamo felici, vi posso assicurare che Johnny Giordano, che fino a prova contraria è persona perbene, ha vissuto molto male questa vicenda. Quindi è uscito da un incubo in cui era caduto con questa richiesta di arresto che era stata avanzata".

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