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CREMONESE

Cremonese, Stroppa: “Se giochi bene, vinci. Parma favorito per la A? Rispondo così”

Stroppa
Tutte le dichiarazioni rilasciate dal tecnico: "Tutti ci temono? Fanno bene. Ma alla Cremonese manca qualcosa".
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"Sono cresciuto col mito della Cremonese, l’ho affrontata con piacere tante volte. Poi negli ultimi anni, con questa proprietà, è diventata una piazza ambita". Lo ha detto Giovanni Stroppa, intervistato ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport". Diversi i temi trattati dal tecnico della Cremonese: dall'obiettivo di proporre un calcio di qualità, alle prestazioni offerte fin qui da Massimo Coda e compagni, che occupano attualmente il quarto posto della classifica di Serie B, a -1 dal Palermo.

BEL CALCIO -"Calcio di qualità? Non potrei farne a meno. E alla mia richiesta la squadra ha risposto benissimo, perché senza i giocatori le idee non contano. Io penso che bisogna correre bene. Mi rifaccio a Sacchi che parlava di 'uno spartito in cui esaltare le qualità'. Anche qui: ogni individualità deve esaltare lo spartito, e viceversa. E’ l’idea che ti porta a essere propositivo. Oggi il calcio è totale, la richiesta deve essere in quel senso. Ogni giocatore deve saper fare tutto, anche se ha caratteristiche spiccate per giocare in una certa posizione".

DA LONGO AD ALLEGRI - "Longo esonerato perché la proprietà vuole il bel calcio? Non conosco le dinamiche e non entro nel merito. Il risultato senza prestazione non esiste. E anche chi va alla ricerca del puro risultato comunque necessita di una prestazione. Ogni allenatore la richiede: se la ottiene, è un vincente. Quindi apprezzo Allegri? Moltissimo. L’anno scorso ha fatto un miracolo per la gestione. Gioca male Un luogo comune. Sembrava che Ballardini non avesse feeling con la squadra? Bisogna farsi conoscere. Ho cambiato poco formazione nelle prime tre partite in 10 giorni. Un segnale forte. La squadra è cresciuta e la sosta successiva mi è servita per valutare meglio tutti. Da allora ho fatto scelte senza guardare in faccia a nessuno e oggi li vedo tutti coinvolti".

SUBENTRARE -"Quando si subentra, si studia la squadra e si cerca l’abito adatto. Questa ha avuto bisogno solo di qualche aggiustamento: l’aspetto fisico, perché la B lo richiede, e quello tattico, perché va interpretata un’idea. Per farlo servono giocatori intelligenti, oltre che forti. Qui ci sono, ho capito subito che era la mia squadra. Se è complicato allenare una squadra reduce da retrocessione? E’ molto difficile, a livello mentale e ambientale. Però il d.s. Giacchetta ha lavorato bene. Io ho portato sensibilità, entusiasmo e positività del lavoro".

CODA E LA SERIE B - "L’avevo cercato anni fa al Südtirol, ma lui preferì il Siracusa. Ne abbiamo scherzato. Per i numeri che ha potrebbe essere una primadonna, invece è disponibile e generoso, si sacrifica per gli altri. E’ la foto di questa squadra. Se metterei radici qui? Non ho nessuna preclusione. E se vado in A? Non divaghiamo. Cosa manca alla Cremonese? Qualcosa. Siamo all’inizio di un percorso e sono soddisfatto. Ma possiamo migliorare tanto. Tutti ci temono? Fanno bene. Non bisogna essere in alto adesso, ma alla fine. La B è questa. Il Parma è fortissimo ma non so se avrà la forza di scappare come Benevento e Frosinone. Non mi sorprenderei se si buttasse dentro qualcun altro".

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