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UEFA, Uva: “Tuteleremo la salute, ecco come proveremo a ripartire. Giocare a porte chiuse? Rispondo così”

Le dichiarazioni rilasciate dal vicepresidente Uefa, Michele Uva, in merito all’emergenza sanitaria mondiale legata alla diffusione del Coronavirus

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"Ogni decisione che verrà presa avrà come principio base e inderogabile la salute pubblica. Questa, è la nostra stella polare".

Parola di Michele Uva. Il vicepresidente UEFA, intervenuto ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport' è tornato nuovamente sull’emergenza Covid-19, che in queste settimane ha delineato un quadro sanitario estremamente complesso in tutta Europa e, in particolare, in Italia, dove continuano a registrarsi dati drammatici, in termini di soggetti contagiati e deceduti. Le norme istituzionali adottate dal Governo al fine di bloccare la diffusione del terribile e temibile virus proveniente dalla Cina, hanno avuto importanti ripercussioni anche su tutto il mondo dello sport che ha dovuto procedere con la sospensione di tutte le attività agonistiche fino a data da destinarsi.

OBIETTIVO UEFA -"Il nostro è un organo formato da 55 federazioni e deve tener conto di tutte le disomogeneità da un punto di vista sportivo e sanitario rispetto all’impatto del Coronavirus. Per capirsi, la situazione in Italia o in Spagna è diversa da quella in Svezia o in Norvegia. Gli approcci davanti al problema sono differenti. Per questo siamo particolarmente soddisfatti di essere riusciti a trovare un percorso condiviso con 55 Federazioni, con l'Eca che rappresenta 280 club che partecipano alle Coppe, le European Leagues e i giocatori. Essere riusciti a mettere d'accordo tutte le componenti e avere l’unanimità sulle decisioni prese è un enorme risultato politico. L’Uefa ha fatto ciò che non è riuscito all’Unione Europea con gli stati membri. C'è un tavolo permanente per aiutare federazioni, leghe e club a riprendere e terminare i campionati inserendo nel mezzo i turni delle coppe europee".

CAMPIONATI - "Giocare prima i campionati e poi disputare le coppe in estate, al momento non è la nostra prima opzione. Giocare tutti nello stesso periodo? Non necessariamente, perché alcuni tornei, come la Serie A, hanno più partite da giocare di altri. E comunque la scelta di quando riprendere allenamenti o campionati non spetta all'Uefa, ma è demandata ai governi nazionali in base alle disposizioni sulla salute pubblica e poi a federazioni e leghe. Nelle linee guida dell'Uefa non c'è quando o se riprendere un campionato. La volontà di federazioni e leghe è di riprendere a giocare, ma prenderemo atto se qualcuno non vuole proseguire. Non abbiamo potere coercitivo. Serie A divisa? Come Uefa abbiamo ricevuto la posizione delle European Leagues, l'associazione che raggruppa le leghe, ed è unanime. Non abbiamo rapporti con singole leghe e non conosciamo i loro posizionamenti interni".

TAGLI STIPENDI E PORTE CHIUSE - "Porte aperte e porte chiuse sono scelte dei governi nazionali. Proprio come accadde per Atalanta-Valencia e Liverpool-Atletico Madrid, partite che hanno creato polemiche. La speranza di tutti è tornare per gradi alla normalità. Nei momenti difficili come questo bisogna trovare unità e fiducia, mostrando responsabilità e credibilità. Questi sono i pilastri sui quali stiamo costruendo il futuro del calcio. Tagli stipendi? Apprezziamo la disponibilità dei giocatori, ma l’Uefa su questo non c'entra nulla".